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Omicidio Macrì a Cutro, 9 anni al collaboratore Liperoti

Il pentito condannato per concorso nel delitto. Al processo Thomas inflitte altre tre pene detentive

Tutti condannati. Ieri la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Chiara Esposito, ha inflitto pene che vanno da 8 mesi a 9 anni di carcere ai 4 imputati del procedimento di rito abbreviato nato dall'inchiesta "Thomas" della Dda. L'operazione che scattò il 15 gennaio 2020 con tre arresti eseguiti dalla Guardia di finanza di Crotone, avrebbe fatto luce sull'esistenza di presunte “talpe” tra le Fiamme gialle accusate di aver rivelato informazioni sulle indagini ai clan di Cutro, Isola Capo Rizzuto e Belvedere Spinello. Col blitz inoltre gli investigatori si dissero certi di aver disarticolato le ipotizzate ingerenze della cosca Grande Aracri sugli appalti del Comune di Cutro.
Il collaboratore di giustizia Giuseppe Liperoti è stato condannato a 9 anni di reclusione perché riconosciuto responsabile di associazione mafiosa e di concorso nell'omicidio di Antonio Macrì, avvenuto il 21 aprile del 2000 a Cutro (e per il quale Vito Martino sta scontando la pena dell'ergastolo inflitta nel processo “Scacco matto”). L'altro collaboratore di giustizia, Antonio Giuseppe Mancuso, è stato condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di detenzione. A Domenico Ferrara, luogotenente della Guardia di finanza di Crotone oggi in pensione, sono toccati 8 mesi di carcere (pena sospesa) - a fronte di 3 anni chiesti dal pm - e a suo carico è caduta l'aggravante della finalità 'ndranghetista. Al finanziere veniva contestato di aver effettuato, tra il 2017 e 2018, diversi accessi abusivi alla banca dati delle Fiamme gialle per avere notizie. Infine, per l'imprenditore di Cutro, Giuseppe Greco, pena (sospesa) di 1 anno, 9 mesi e 10 giorni di detenzione per istigazione alla corruzione, con esclusione dell'aggravante mafiosa.

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