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L'omicidio del 22enne Rosario Mazza nel Vibonese, padre e figlio assolti in appello

Il tribunale di Catanzaro e, nel riquadro, Agostino Marrazzo

La Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha assolto Cosimo Ciancio, 54 anni, e il figlio Giuseppe Ciancio, 26 anni, entrambi di Acquaro (Vibo Valentia), imputati di aver concorso nell’omicidio di Rosario Mazza, 22 anni, risalente alla sera del 19 gennaio del 2017 nella frazione Piani del comune montano delle Serre vibonesi.

Episodio per il quale nel maggio del 2022 era stato condannato in via definitiva a 18 anni di carcere l’esecutore e reo confesso del delitto Alessandro Ciancio, di 30 anni, rispettivamente figlio e fratello dei due imputati. Si tratta del secondo processo celebrato davanti alla Corte d’appello di Catanzaro a seguito di un annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione dopo la condanna in appello a 17 anni e 4 mesi per il padre e a 10 anni e 2 mesi per il figlio.

In primo grado i due congiunti - difesi dagli avvocati Giovanni Vecchio, Bruno Ganino e Nico D’Ascola - erano invece stati assolti. La vittima, Rosario Mazza, secondo la ricostruzione dell’omicidio, venne ucciso a colpi di pistola calibro 6,35. Il movente era da ricondurre ai pessimi rapporti intercorsi con Alessandro Ciancio. La sera del 19 gennaio del 2017, dopo uno sguardo di troppo tra i due seguito da una lite in un bar, la situazione è precipitata.

Ciancio, secondo la ricostruzione degli investigatori, decise di ritornare a casa a prendere una pistola attendendo poi la vittima sul corso del paese. All’arrivo di Mazza che era assieme al fratello a bordo di un’auto, il ventottenne bloccò la vettura e fece scendere i due occupanti, quindi estrasse la pistola e colpì alla schiena la vittima che aveva tentato di fuggire, risparmiando la vita al fratello del ventiduenne. Alessandro Ciancio dopo il delitto si diede alla fuga e successivamente venne arrestato dai carabinieri ai quali confessò di essere l’autore dell’omicidio.

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