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Quei carichi di compost “inquinato” da Vazzano: «Basta non dare fastidio ai Forestali»

I particolari dell’inchiesta della Procura di Vibo che ha portato al sequestro dell’Eco call

«Io adesso vi posso aiutare». Con questa frase secondo la Procura di Vibo – che ha sequestrato l’impianto Eco Call di Vazzano in un’inchiesta sul presunto inquinamento ambientale causato dal “compost” che ne usciva – il proprietario di alcuni terreni agricoli del Vibonese «lasciava chiaramente intendere» che, pur non avendo una reale necessità di utilizzare quel fertilizzante, lo stava ricevendo solo per «aiutare» l’azienda consentendole di «disfarsi» del prodotto.
All’impianto confluivano i rifiuti organici del Vibonese e del Reggino da cui sarebbe derivato il compost poi finito sui terreni agricoli pur non essendo, secondo gli inquirenti, stato adeguatamente trattato. È stata per questo contestata l’ipotesi di inquinamento ambientale a 11 persone tra cui gli imprenditori del settore dei rifiuti Eugenio e Ortenzia Guarascio – che hanno sostenuto davanti al gip che il compost prodotto a Vazzano fosse invece a norma – nonché dirigenti e tecnici di Regione e Arpacal.
La conversazione intercettata risale a giugno del 2021 e a parlare sono un dipendente della Eco Call (indagato) e il titolare di un’azienda agricola che si occupa di allevamento e colture olivicole, proprietario di 100 ettari di terreni su cui avrebbe steso il materiale scaricato dai camion provenienti dall’impianto di Vazzano.

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