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Aumenti "da pazzi" e inquinamento: il caso Vazzano mette in crisi la gestione dei rifiuti nel Vibonese

Un aumento definito «da pazzi» dagli stessi addetti ai lavori. Un aumento concesso dalla Regione ma «autodeterminato» dai dirigenti di un’azienda privata. Si parla della Eco Call, società finita nella bufera per le accuse di inquinamento ambientale mosse dalla Procura di Vibo Valentia. E si parla dei quantitativi di rifiuti organici in ingresso nell’impianto di trattamento di Vazzano da cui sarebbe uscito, secondo le ipotesi accusatorie basate sulle indagini dei carabinieri del Nipaaf, un “compost” che in realtà non era affatto fertilizzante ma materiale inquinante, contenente vetro, plastiche e metalli in quantità fuorilegge. L’aumento dei rifiuti organici in ingresso a Vazzano è un punto fondamentale dell’inchiesta che ha portato al sequestro dell’impianto e all’obbligo di dimora per i titolari, Eugenio Guarascio (patron del Cosenza Calcio) e la sorella Eugenia, che nell’interrogatorio di garanzia hanno comunque respinto le accuse consegnando una corposa documentazione che attesterebbe la regolarità del compost. Le autorizzazioni concesse dalla Regione sono però costate l’iscrizione nel registro degli indagati all’ex dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione, Gianfranco Comito, con le accuse di inquinamento ambientale in concorso e abuso d’ufficio.

All’epoca dei fatti al centro dell’indagine (estate 2021) gli inquirenti intercettano alcune conversazioni che a loro parere documenterebbero «chiaramente il “filo diretto” che Ortenzia Guarascio aveva instaurato con Gianfranco Comito».

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