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Nocera Terinese, torna il secolare rito dei “Vattienti”. Previste misure a tutela della salute

L’atteso evento si terrà venerdì e sabato. L’autoflagellazione in concomitanza della processione religiosa

Una tradizione della Settimana Santa, tanto popolare quanto secolare, radicata nell’animo e nell’identità culturale della comunità nocerese e nota per le sue scene cruente, capaci di suggestionare spettatori, è entrata da qualche anno in una fase di regolamentazione istituzionale del suo svolgimento per le vie del paese. Dopo un iniziale divieto della pratica di autoflagellazione disposto l’anno scorso con un’ordinanza dalla commissione straordinaria che gestiva il Comune, mirante ad evitare «l’indiscriminata e incontrollata pratica», il provvedimento, come molti ricordano, successivamente fu integrato con una nuova ordinanza commissariale che, accogliendo una petizione tesa al ripristino del rito per consentire ai noceresi di «riappropriarsi delle proprie secolari tradizioni legate al ciclo pasquale», favorendo così la «coesione sociale», disponeva per i flagellanti prescrizioni a tutela della pubblica salute, Un modo per ricondurre il rito concomitante con le processioni religiose del Venerdì e del Sabato Santo «a modalità regolamentate e rispettose delle esigenze primarie d’igiene e salubrità dell’ambiente». Tali modalità quest’anno vengono rinnovate da un’ordinanza firmata dal sindaco, Saverio Russo. Ad esse i “Vattienti” dovranno «attenersi scrupolosamente», se non vorranno andare incontro a sanzioni. Anzitutto il percorso dei flagellanti dovrà evitare luoghi pubblici, quali scuole, esercizi, sedi municipali, la stazione dei carabinieri e altri analoghi. Il numero massimo consentito di flagellanti, «in contemporanea e per singola processione», non dovrà superare le venti unità. Ciascuna delle quali nel corso dell’autoflagellazione dovrà usare strumenti strettamente personali, «opportunamente igienizzati prima e dopo», mantenendo una distanza minima di almeno cinque metri da ogni altro praticante. Non sarà consentito che chi è affetto da patologie infettive/contagiose, «trasmissibili attraverso il fluido plasmatico», partecipi al rito.

In ogni caso «non saranno ammessi imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti, portoni di edifici pubblici». Toccherà alla Pro Loco “Ligea” di predisporre la tempestiva pulizia e disinfezione dei tratti viari toccati dai flagellanti. Nell’ordinanza siglata da Russo non c’è alcun esplicito riferimento all’“Ecce Homo”, la fedele figura che accompagna il “vattiente”, avvolta in un panno rosso dalla cintola in giù, a cui l’anno scorso fu consigliato «l’utilizzo di calzari al fine di evitare possibili contatti diretti con fluidi ematici». Il rito nocerese di sangue è atteso per la serata di venerdì 29 marzo e per il giorno seguente, sabato 30. Sebbene con prescrizioni, si rinnoverà in quest’inizio di primavera, dopo l’interruzione dovuta all’emergenza pandemica. Ma le indicazioni contenute nell’ordinanza di Russo segnano un cambiamento sul piano della prevenzione, rispetto al passato. Negli anni scorsi, infatti, fu sufficiente a provocare una reazione verbale piuttosto esagerata un articolo di stampa, pubblicato su questo quotidiano, che richiamava l’attenzione sui possibili rischi igienico-sanitari dello spargimento di sangue per terra in presenza di tante persone. Quell’epoca di superficialità sembra finita.

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