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Stadio di Crotone, la Soprintendenza: "Rimuovere la tribuna coperta"

La dirigente dell’Ufficio del Ministero della Cultura scrive al Comune. Argenti ricorda che l’area è interessata dal progetto Antica-Kroton e chiede di avviare gli incontri per la messa a punto degli interventi

Sta per scoppiare la grana dello stadio Ezio Scida. La Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle province di Crotone e Catanzaro ha comunicato al sindaco, Vincenzo Voce, che «ritiene indispensabile la rimozione» della tribuna coperta amovibile dell'impianto, che essa stessa autorizzò nel 2016 per consentire alla squadra di calcio di disputare le partite di Serie A, senza però «alterare l'idoneità agonista» della struttura.
Il motivo? Rendere possibile la «realizzazione del programma Antica Kroton». Per questo, la soprintendente Stefania Argenti ha proposto di «avviare fin da subito – si legge in una nota inviata ieri – incontri di lavoro» tra l'ente che fa capo al ministero della Cultura, il Comune e la Prefettura «per la messa a punto degli interventi che coniughino la valorizzazione» del sito «con l'accessibilità in sicurezza alla struttura sportiva».
La soprintendente ricorda che il progetto archeologico Antica Kroton (che tra Comune e Mic contempla investimenti per 61,7 milioni di euro) ipotizza per il sito dell’area stadio, comprensiva dell'impianto, la «musealizzazione all'interno del circuito del Parco Pignera» con «la restituzione alla cittadinanza dei reperti attualmente custoditi, e non fruibili, al di sotto» della struttura sportiva. «Gli interventi previsti», è scritto nella nota, «valorizzeranno» la zona al punto da determinare «un nuovo stato di fatto» rispetto a quello esaminato nel 2020 dal Consiglio di Stato, quando rigettò la richiesta della Soprintendenza di smantellare la tribuna prefabbricata. Inoltre, ricorda Argenti, i lavori messi in campo «dal ministero della Cultura per come definiti sotto la supervisione della Soprintendenza» contemplano «la riapertura e l'ampliamento degli scavi degli anni '70 e le conseguenti attività di restauro».

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