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Calabria-Sicilia, la "lunga trattativa" per trasportare droga

Nuovi dettagli dell’inchiesta sul narcotraffico con epicentro nel Vibonese: le intercettazioni che chiamano in causa Angelo Bartone

È una «lunga trattativa» quella imbastita nel 2018 sull’asse Calabria-Sicilia per la compravendita di una grossa partita di marijuana. A condurla è un 49enne di Mileto, Angelo Bartone, conosciuto come “bombolo” e destinatario di custodia in carcere nell’ambito dell’ultima indagine antidroga condotta dalla Dda di Catanzaro in prosecuzione di “Maestrale Carthago”.
L’uomo è accusato di essere partecipe di una presunta organizzazione di narcotrafficanti, in «stretto contatto» con una delle «figure di vertice», il cugino 44enne Michele Galati, ritenuto il capo ‘ndrina di Paravati. Bartone, secondo gli inquirenti, lo avrebbe coadiuvato nelle sue attività «occupandosi della gestione al dettaglio della sostanza stupefacente e del procacciamento d nuovi acquirenti», ma il gip, disponendo nei suoi confronti il carcere per tre capi d’accusa, ha comunque escluso l’aggravante mafiosa.
Uno dei tre capi che gli vengono contestati riguarda proprio i suoi viaggi in provincia di Caltanissetta, a Sommatino, dove incontra il figlio di un uomo che già conosce e che è ai domiciliari perché “beccato” a Bova Marina, l’anno prima, con cinque chili di “erba”. Bartone si porta però inconsapevolmente dietro anche l’“orecchio indiscreto” dei carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo che ascoltano le sue conversazioni.

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