Da un lato «non sono state indicate dagli enti richiedenti le eventuali misure di sostegno ritenute necessarie per la relativa ripresa»; dall'altro «non è stato fornito alcun elemento economico in merito ai danni» patiti dalle attività commerciali e produttive.
Ecco spiegato perché il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di 6 aziende di Crotone che chiedevano l'annullamento della nota con la quale, il 28 febbraio 2019, il Dipartimento per la Protezione civile, che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, negò la dichiarazione dello stato di emergenza sollecitata dalla Regione in seguito al tornado che il 25 novembre 2018 si abbatté sulla zona industriale a nord della città. Quella tromba d'aria, come si ricorderà, mise in ginocchio imprese e attività commerciali causando loro danni per circa 15 milioni di euro. Ma la voglia di ripartire degli imprenditori li spinse, a stretto giro, a mettere mano ai portafogli per riparare i danni subiti dai capannoni e dalle attrezzature. Solo che il Dipartimento della Protezione civile non ritenne «sussistenti le condizioni per l’attivazione dei poteri straordinari previsti per le emergenze di rilievo nazionale».
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