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Ai domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso: annullata l’ordinanza per l’ex sindaco di Cerva

Secondo la prospettazione accusatoria, sarebbe stato stretto un patto elettorale con Tommaso Scalzi, esponente del clan dei Cervesi

La Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza con cui il Riesame di Catanzaro aveva confermato la misura cautelare per l’ex sindaco di Cerva Fabrizio Rizzuti. I giudici capitolini hanno accolto le tesi dei difensori dell’indagato, gli avvocati Amedeo Bianco e Giovanni Merante. Ora gli atti torneranno al Tribunale del Riesame di Catanzaro che dovrà di nuovo pronunciarsi sulla misura cautelare per Rizzuti.
Il 22 settembre scorso l’allora primo cittadino di Cerva era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.

Secondo la prospettazione accusatoria, sarebbe stato stretto un patto elettorale con Tommaso Scalzi, esponente del clan dei Cervesi, già condannato per reati di mafia, per agevolare la vittoria della lista, guidata da Rizzuti, nelle competizioni elettorali del 2017. Secondo gli inquirenti, in cambio dei voti, i candidati (che poi avrebbero vinto le elezioni) gli avrebbero promesso una somma in denaro e una percentuale sugli appalti. A inguaiare gli amministratori erano state le intercettazioni a carico dello stesso Scalzi, il quale in una serie di conversazioni con altri soggetti, alcuni indagati nell’operazione, si lamentava di non aver ricevuto da Rizzuti e dai suoi, quanto sarebbe stato pattuito prima del voto, irritato dall’indifferenza ostentata da chi lui sosteneva di aver aiutato a vincere le elezioni.

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