Hanno raccontato la loro drammatica esperienza di vittime delle cosche, gli imprenditori che questa sera hanno preso parte ad un confronto pubblico a Crotone sul racket delle estorsioni e dell’usura alla presenza di importanti rappresentanti istituzionali. Gli stessi imprenditori che hanno avuto il coraggio, nei mesi scorsi, di denunciare i loro aguzzini consentendo alle forze di polizia e alla magistratura di avviare una importante indagine antimafia conclusasi il 14 febbraio scorso, con l’arresto di cinque persone legate ai clan di ndrangheta di Cutro. Un coraggio che ha avuto immediato riscontro nei giorni successivi quando la popolazione del comune del crotonese è scesa massicciamente in piazza per testimoniare solidarietà a quegli imprenditori. Il dibattito ha visto la presenza del prefetto Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed usura, di esponenti delle organizzazioni degli esercenti, dei commercianti e dell’artigianato locale e del prefetto, del sindaco e del questore di Crotone. Il commissario Nicolò ha evidenziato le opportunità concesse delle Leggi 108/1996 e 44/1999 in materia di accesso ai benefici per le vittime dell’estorsione e dell’usura pure a fronte delle multiformi funzioni criminali di controllo del territorio che i sodalizi mafiosi assegnano al «pizzo» ed al prestito usurario. Oltre agli imprenditori di Cutro, al dibattito è intervenuto Giovanni Notarianni, testimone di giustizia, che si è soffermato sui profili del recupero di libertà e dignità dell’uomo che attraverso la denuncia si affranca dal condizionamento diretto o indiretto della criminalità organizzata.
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