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Tropea, Comune sciolto per mafia. Macrì: "Una pugnalata. Chi verrà troverà una città che funziona" VIDEO

La vigilia del 25 aprile, festa di Liberazione, Tropea si sveglia con il Comune sciolto per infiltrazione mafiose. La perla del Tirreno, simbolo del turismo calabrese e italiano nel mondo, si è svegliata con il cielo cupo e tra i tropeani c’è poca voglia di parlare. Grande rammarico è stato espresso dal sindaco Giovanni Macrì fino a ieri, dal 2018, alla guida del Municipio.

Amareggiato e deluso e ai nostri microfoni sottolinea: "Dovremo aspettare e vedere le motivazioni. Sono certo della bontà dell'azione intrapresa da questa amministrazione in questi sei anni e sono convinto della correttezza di tutti gli atti posti in essere: sia dal punto di vista della loro legittimità, sia rispetto ad un totale impermeabilità a qualsiasi forma di criminalità organizzata o no. Penso di essere stato anzi un presidio di legalità: se chi di dovere va a vedere iu profili e le situazioni che si evolvono sui social, si renderà conto che le felicitazioni provengono da soggetti non dico criminali, ma quantomeno moralmente discutibili. Soggetti tenuti lontano e solo per questo motivo avtri dovuto un premio, piuttosto che questa pugnalata. Una pugnalata nell'animo. Ho detto più volte di essere stato un accentratore e sono a conoscenza di tutti gli atti posti in essere e di cui mi assumo la totale responsabilità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sono tangibili. Spiace che una Regione che aveva rialzato la testa anche grazie all'azione di Tropea, una Regione rispetto alla quale il governo si impegna con risorse immani, venga di fatto azzoppata. Vedremo cosa è realmente accaduto: da oggi da quel che trapela sembra che il tutto si risolva da rapporti di parentela o a qualcosa di oltremodo datato sulla cui esistenza reale bisognerebbe fare delle verifiche. Il problema è una legge che come ho sempre detto, non è una legge: è un refuso medievale che andrebbe rivisto in modo radicale perchè è un qualcosa che si basa su congetture che fanno diventare la persona anche più ligia di questo mondo un terrorista da combattere in tutti i modi".

Il precedente del Comune sciolto nel 2016

"Fu un'esperienza devastante, un paese senza orgoglio e senza identità. Ereditai una situazione difficile che sintetizzai con due foto: il lungomare devastato e la casa comunale dove pioveva dentro e con i piccioni che svolazzavano. Nel momento in cui conoscerò le motivazioni, ed è gravissimo che io parte interessata non le abbia, cercherò di intervenire. Spero che ci sia il buon senso di nominari dei commissari che abbiano senso di responsabilità e coscienza. Lascio una città che funziona, una città vivibile, dove l'apparato amministrativo è in perfetto stato di salute. Ai miei cittadini rivolgo l'invito di prendersi cura della città: io purtroppo sono paralizzato e spero che ognuno di loro nel loro piccolo si preoccupi del proprio pezzo di posto e facciano quello che negli anni passati veniva delegato alle azioni del sindaco e dei volontari".

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