«Il silenzio o addirittura commenti favorevoli all’amministrazione comunale di Tropea guidata dal sindaco, Giovanni Macrì, denotano una cultura di accettazione dell’illegalità che è corollario della cultura dell’omertà».
E’ quanto dichiara all’AGI l’ex senatore Nicola Morra, già presidente della Commissione parlamentare antimafia. «Fa specie che uno dei Comuni più importanti economicamente e turisticamente della Calabria - aggiunge Morra - venga sciolto senza che la politica locale, provinciale e regionale faccia sentire la propria voce. Evidentemente sulla vicenda deve cadere la damnatio memoriae quando invece lo Stato centrale ha riconosciuto la presenza di elementi gravi per promuovere lo scioglimento dell’assise comunale per infiltrazioni mafiose. Come scrivevo qualche tempo fa - venendo per questo processato e assolto con formula ampia - il silenzio è mafia».
Il sindaco di Tropea: lo scioglimento dei Comuni è frutto di legge medievale
«Ero preparato ad un esito negativo, ma ho sperato fino all’ultimo anche nel senso senso di responsabilità e di oggettività di chi doveva valutare tutto. Dovremo aspettare le motivazioni, altrimenti è difficile fare ogni ragionamento. Dovremo leggere bene cosa c'é alla base di un provvedimento gravissimo che è figlio di una legge medievale che attenta alla democrazia ed ai diritti fondamentali dell’individuo». Questo il commento, parlando con i giornalisti, del sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, sullo scioglimento del Comune, «alla luce degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata», deciso ieri dal Consiglio dei Ministri su proposta del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi. «La decisione - ha aggiunto Macrì - rappresenta un’offesa al lavoro che abbiamo svolto in questi sei anni di governo. Lavoro che ha prodotto risultati importanti ed innegabili. Abbiamo fatto un lavoro incredibile e spiace dover prendere atto che tutto sia stato tutto gettato alle ortiche. Sono certo della bontà del lavoro svolto dall’Amministrazione comunale in questi anni e della correttezza di tutti gli atti posti in essere, sia nel senso della legittimità che della totale impermeabilità a qualsiasi forma di criminalità organizzata. Siamo stati, anzi, un vero baluardo di legalità. Avrei dovuto ricevere un premio, anziché questa pugnalata. Perché è stata a tutti gli effetti una pugnalata nell’animo. Sono perfettamente consapevole e conscio del nostro lavoro. Ho detto più volte di essere stato un accentratore e, per questo, posso dire di essere a conoscenza di tutti gli atti approvati dal Comune, dei quali mi assumo la totale responsabilità. Sono convinto dell’azione che é stata posta in essere. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sono tangibili e riconosciuti non solo a Tropea ma nell’intera regione e in tutto il Paese. Vedremo dalla relazione di chi ha effettuato l’accesso in Comune cosa ci viene contestato. Da quello che oggi trapela, ma solo da alcuni organi d’informazione, sembra che il tutto si risolva in alcuni rapporti di parentela o in qualcosa di molto datato sulla cui esistenza reale bisognerebbe fare delle verifiche». «Fermo restando che perseguiremo tutte le strade previste a tutela della comunità e del suo futuro - ha proseguito il sindaco Macrì - non capiamo, e questa é un’altra gravissima assurdità della legge sullo scioglimento dei Comuni, il motivo per il quale la parte interessata del provvedimento, come il sindaco del Comune sciolto, non debba avere la possibilità di disporre della relazione e delle motivazioni del provvedimento di scioglimento, in modo da poterli leggere».
Caricamento commenti
Commenta la notizia