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Catanzaro, traffico di influenze illecite: condanna definitiva per l'ex assessore Mungo

La Corte di Cassazione ha confermato la pena, sospesa, di nove mesi

Giampaolo Mungo, ex assessore del Comune di Catanzaro

Ci furono irregolarità nella passata gestione della piscina di Pontepiccolo, a sancirlo è la Corte di Cassazione. È infatti definitiva la condanna a nove mesi di reclusione (pena sospesa), nei confronti dell’ex assessore comunale allo Sport Giampaolo Mungo per l’accusa di traffico di influenze illecite. L’ex amministratore pubblico aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, sulle presunte irregolarità nella gestione della piscina comunale “Vinicio Caliò”, nel quartiere Pontepiccolo di Catanzaro. Mungo, difeso dagli avvocati Vittorio Ranieri e Leo Pallone, era stato condannato prima dal gup e poi dalla Corte d’Appello sempre a nove mesi. Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti anche Antonino Lagonia e Salvatore Veraldi, che hanno scelto il rito ordinario e nei cui confronti è in corso il processo dibattimentale.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mungo avrebbe messo a disposizione le sue conoscenze all’interno del Comune sfruttando le sue relazioni con pubblici ufficiali o comunque incaricati di pubblico servizio operanti al Comune e nella municipalizzata Catanzaro Servizi per farsi promettere ed effettivamente dare diverse utilità. In sintesi avrebbe preteso l’assunzione fittizia di Veraldi, all’epoca dei fatti fidanzato con sua figlia. La Procura ha anche ricostruito il passaggio di alcune somme di denaro.

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