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Messa in sicurezza dell’area ex Pertusola di Crotone, Eni pensa a una tecnica sperimentale

La multinazionale chiede un’altra modifica del piano operativo di bonifica

Sul percorso per portare a termine la bonifica dell’area industriale dimessa, non c'è solo il nodo sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi presenti nella discarica a mare ex Fosfotec. Perché sotto la lente del ministero dell'Ambiente della sicurezza energetica è finita anche la proposta di variante al Piano operativo di bonifica Fase 2 elaborato dall'Eni Rewind relativamente alla messa in sicurezza dell'area industriale dell'ex stabilimento Pertusola Centro-Sud.
Si tratta di una superficie estesa 29 ettari di proprietà della società multinazionale che fa parte del Sito d'interesse nazionale di Crotone. Di questo altro aspetto si discuterà nella Conferenza dei servizi preliminare convocata dal Mase che porterà gli enti coinvolti ad esprimersi con pareri scritti, entro il 17 giugno, sullo studio di fattibilità redatto dall'azienda del gruppo Eni. Un progetto che contempla il ricorso a due tecnologie sperimentali per il risanamento della zona interna: da un lato figura il "soil mixing", ovvero la miscelazione dei terreni per fermare l'avanzata degli inquinanti sottostanti, in seguito ai test pilota condotti tra settembre e ottobre del 2020 nei punti ex Ekrt Sud ed ex Ekrt Centro; dall'altro c'è la tecnologia Ena (Enhanced natural attenuation) che andrà ad incidere sulle acque sotterranee all'indomani delle sperimentazioni eseguite nel 2023.

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