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Ospedale di Crotone, la testimonianza: "Ambulanze senza medico e pronto soccorso senza nemmeno una coperta"

«Racconto l'accaduto perchè, un domani, non vi siano casi simili dove, una paziente grave, esce da un pronto soccorso di un Nosocomio povinciale che serve l'intero comprensorio, spoglia non solo dell'essenziale, ma anche della sua dignità». Inizia così la lettera inviata al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, al Commissario Asp di Crotone Antonio Brambilla, al Prefetto di Crotone Franca Ferraro, al Direttore Sanitario Asp Pasquale Mesiti, al Direttore Sanitario del San Giovanni di Dio di Crotone Lucio Cosentino, al presidente della Provincia di Crotone Sergio Ferrari, al sindaco di Crotone Vincenzo Voce, da parte di Giovanna Chiaravolloti,« cittadina crotonese, persona attiva nella sua città. Insomma, una donna come tante e che vuole denunciare lo stato della precarietà del Pronto Soccorso dell'Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone affinchè non vi siano altri casi come quelli accaduti domenica 28 aprile a mia sorella, più piccola di me di pochi anni».

Ed ecco il racconto: «La notte di domenica 28 aprile, mio cognato - ha scritto la signora Chiaravalloti - ha trovato mia sorella, di 58 anni, riversa a terra in stato non cosciente. Trasportata al Pronto Soccorso, le sono state effettuate tre Tac, aspettando dunque di volta in volta i risultati. Non è stato chiamato un Neurologo, e mia sorella era in condizioni gravi, poiché non parlava. Non era possibile trasportare mia sorella all'Ospedale di Cosenza poiché le ambulanze a Crotone erano presenti, ma non vi era la disponibilità di un medico. Per farla breve, mia sorella ha lasciato il Pronto Soccorso di Crotone alle ore 7,40 con un'ambulanza di Cirò, in situazione disperate. All'arrivo nella città bruzia, il medico che l'ha operata ci ha detto che anche un quarto d'ora di ritardo, a mia sorella l'avremmo solo pianta».

Ma non basta. «Al Pronto Soccorso di Crotone - ha continuato la signoira Chiaravalloti - non vi era la disponibilità nemmeno di una coperta, e mia sorella aveva freddo. E' entrata nell'autombulanza con il mio giaccone, mentre per essere lavata prima di partire, abbiamo dovuto chiamare un infermiere che, in realtà, è stato molto gentile. L'unico OSS presente era giustamente impegnato con un altro paziente. Io capisco i problemi dei tagli alla sanità a livello nazionale, però non possedere nemmeno una coperta è deprecabile. Stiamo parlando di un ospedale importante che serve l'intera provincia di Crotone, che deve prestare assistenza a tutto il comprensorio. Vi è poco personale, con i problemi atavici che tutti sappiamo. Ma nel caso di mia sorella, entra in campo anche un fatto etico. Non devono esserci mai più fatti del genere. L'appello che rivolgo è che non esistano più fatti del genere. La sanità crotonese non deve essere ultima. Non ce lo possiamo permettere».

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