Un ponte tra la famiglia Grande Aracri e la “Catanzaro bene”, questo sarebbe stato Domenico Scozzafava condannato a 11 anni e 8 mesi nel processo d’appello nato dall’operazione Farmabusiness. È quanto scrivono i giudici della Corte d’Appello nelle motivazioni della sentenza. Il soggetto che appariva un semplice antennista sarebbe stato invece almeno dal 2013 un affiliato alla cellula catanzarese dei Grande Aracri. Già in precedenti indagini infatti sarebbe emerso il legame con Gennaro Mellea referente dei cutresi nel capoluogo. Scozzafava sarebbe stato utilizzato «per intrattenere conversazioni riservate o per commettere atti intimidatori prodomici a richieste estorsive finalizzate al controllo del territorio». All’interno dell’organizzazione criminale l’antennista si sarebbe guadagnato la fama di soggetto capace di muoversi negli ambienti della “Catanzaro bene”, grazie a «relazioni trasversali abilmente intessute, con vera maestria, con soggetti di diversissima estrazione, fra i quali sicuramente uno dei più importanti era il noto politico Domenico Tallini (assolto sia in primo che in secondo grado, ndr)». Scozzafava, nella ricostruzione fatta dai giudici, avrebbe avuto un ruolo centrale nel tentativo del clan di Cutro di infiltrarsi nel settore farmaceutico. Sarebbe stato lui a prospettare ai Grande Aracri l'affare che gli era capitato tra le mani.
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