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Tentata estorsione sui pontili di Catanzaro Lido: tre a processo

Era stato chiesto il giudizio immediato, gli indagati hanno scelto il rito abbreviato. Alla vittima avevano detto: «Gli amici di Catanzaro vogliono la loro torta»

Saranno giudicati con il rito abbreviato i tre uomini accusati della tentata estorsione al porto di Catanzaro Lido. La Procura infatti aveva chiesto il giudizio immediato per Antonio Carvelli, 76 anni, di Isola Capo Rizzuto, Luigi Foschini, 73 anni, di Crotone e Luigi Mendicino, 48 anni, di Crotone.

L’accusa contestata ai tre uomini è quella di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, considerata l’appartenenza di Foschini, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, alla cosca Barilari Foschini, ritenuta una costola della cosca Vrenna Corigliano Bonaventura. I tre ora compariranno davanti al gup di Catanzaro accompagnati dagli avvocati difensori Pasquale Le Pera, Giacomo Iemma e Fabrizio Salvati.
A rendere possibile l’operazione degli inquirenti è stato il coraggio dell’imprenditore che subito dopo essere stato avvicinato si è rivolto agli inquirenti.
L’imprenditore crotonese dal gennaio dello scorso anno ha ottenuto dal Comune di Catanzaro una concessione demaniale marittima per l’installazione e la gestione di alcuni pontili galleggianti nel porto di Catanzaro Lido. Ad agosto l’imprenditore chiede e ottiene di poter parlare con gli investigatori della Mobile. Gli racconta che qualche giorno prima si era presentato Carvelli chiedendogli un posto di lavoro per una persona che ne aveva bisogno e di fronte al rifiuto dell’imprenditore gli aveva intimato di incontrare alcune persone, senza peraltro farne i nomi. L’imprenditore crotonese gli avrebbe risposto che, al momento, «non era nelle condizioni di assumere del personale, tanto più se privo di specializzazioni professionali». L’uomo però avrebbe insistito chiedendogli di incontrare di persona due soggetti. A quel punto era stato fissato un appuntamento per il 12 agosto.
Carvelli era quindi tornato in compagnia di Mendicino e Foschini questa volta facendogli intendere esplicitamente che avrebbe dovuto versare loro una somma di denaro, anche perché «gli amici di Catanzaro volevano la loro torta» nell’appalto dei pontili.

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