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'Ndrangheta a Vibo, dentro le motivazioni di Rinascita Scott: “L’ex senatore aveva una “talpa” nell’Arma”

Giorgio Naselli

L'altro canale informativo utilizzato da Giancarlo Pittelli sarebbe stato il tenente colonnello dei Carabinieri Giorgio Naselli condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per rivelazione del segreto istruttorio. L’ex comandante del Reparto operativo di Catanzaro e all’epoca dei fatti comandante provinciale a Teramo, era stato tratto in arresto nel blitz Rinascita Scott del 19 dicembre 2019 per le ipotesi di utilizzazione di segreto di ufficio e di abuso di ufficio, con l’aggravante della finalità di agevolare l'associazione mafiosa che venne invece poi esclusa dalla Cassazione. Al centro della vicenda c’è la richiesta dell’avvocato Pittelli a Naselli di interessarsi della pratica di una società sottoposta a verifica da parte della Prefettura di Teramo città nella quale Naselli guidava il comando provinciale dell’Arma. Secondo quanto emerso durante il processo Naselli «teneva regolarmente informato il Pittelli dell’andamento delle riunioni del Gruppo Interforze». Secondo le giudici la condotta di rivelazione è integrata nella misura in cui l’imputato rivela non tanto i dati informativi in sé (quali la composizione della compagine sociale o il trasferimento della sede legale, dati verosimilmente noti all’interlocutore), quanto piuttosto la valutazione effettuata dal consesso competente ad adottare la decisione finale. Dall’esame del materiale istruttorio illustrato, infatti, «emerge con evidenza come il Naselli comunichi al Pittelli proprio l’andamento delle riunioni del Gruppo Interforze, con specificazione in alcuni casi anche degli elementi che sono stati valutati con maggiore rigore dai componenti del gruppo. A ciò si aggiunga che il Naselli forniva tali informazioni a Pittelli Giancarlo, soggetto certamente non legittimato a conoscere l’andamento del procedimento amministrativo presso la Prefettura di Teramo, rispetto al quale il Pittelli non rivestiva alcuna posizione o incarico formali». Una rivelazione di notizie coperte che il Tribunale di Vibo definisce «sistematica» tanto che lo stesso ufficiale avrebbe comunicato a Pittelli con oltre una settimana di anticipo rispetto all’adozione formale del provvedimento l’esito sfavorevole del procedimento.

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