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Lamezia Terme, contrasto al lavoro nero: la Finanza scopre 24 posizioni lavorative irregolari all’interno di una palestra

Applicata la maxi-sanzione per lavoro sommerso di oltre 300 mila euro e richiesta la sospensione dell’attività

Continua senza sosta l’attività dei Finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme nel contrasto al lavoro sommerso. Questa volta le ispezioni delle Fiamme Gialle hanno riguardato una nota palestra gestita da un’associazione sportiva ed hanno consentito di scoprire l’impiego di oltre 23 lavoratori non in regola dei quali 12 completamente in “nero”.

Gli accertamenti condotti sulla struttura sportiva, hanno permesso di riscontrare la presenza, in difetto di qualsivoglia comunicazione al sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di receptionist, addetti di sala, istruttori, impiegati di segreteria.

Nei confronti dei responsabili dell’associazione sportiva è stata quindi avviata la procedura della diffida alla regolarizzazione delle posizioni dei lavoratori ed al pagamento della cosiddetta maxi-sanzione, calcolata ricostruendo giornate di effettiva presenza al lavoro dei dipendenti, nonché ulteriori irregolarità riscontrate, quali l’omessa o infedele registrazione di dati obbligatori sul “libro unico del lavoro” e la violazione dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti delle retribuzioni, per un ammontare complessivo di oltre 300 mila euro.

Inoltre, nel corso delle verifiche è stata accertata la presenza di un impianto di video sorveglianza non autorizzato installato all’insaputa de lavoratori. Per tale ulteriore violazione si è provveduto alla segnalazione dei responsabili all’Autorità Garante della Privacy.

L’azione di servizio svolta testimonia l’azione del Corpo a contrasto del lavoro nero e irregolare che rappresenta una piaga per l’intero sistema economico, sottraendo risorse all’erario, minando gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e favorendo una competizione sleale con le imprese oneste.

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