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'Ndrangheta: chiuse le indagini sull’arsenale dei clan in Calabria

Pistole e mitra sarebbero state a disposizione delle cosce lametine e vibonesi

Chiuse le indagini sull’arsenale a disposizione delle più importanti cosca della ’ndrangheta calabrese, nascosto sotto gli ulivi del quartiere Gagliano. La Dda di Catanzaro ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nell’ambito del fascicolo Secreta Collis a carico di 32 persone accusate di traffico di armi e di sostanze stupefacenti. Gli agenti hanno sequestrato circa 70 armi tra mitra, fucili e pistole e oltre 7mila proiettili.
Le persone coinvolte Risultano indagati Domenico Rizza, detto Enrico, 68 anni, di Catanzaro; Vincenzo Rizza, 39 anni di Catanzaro; Marco Riccelli, 35 anni, di Catanzaro; Emanuele Enrico Lepera, 28 anni, di Catanzaro ; Manuel Argirò, 43 anni, di Catanzaro; Massimo Longo, 55 anni, di Catanzaro; Raffaele Iiritano, 55 anni, di Catanzaro; Francesco Agostino, 56 anni, di Catanzaro; Vittorio Gentile, 50 anni, di Catanzaro; Sergio Rubino, 47 anni, di Catanzaro; Giuseppe Caroleo, 51 anni, di Catanzaro; Angelo Posca, 53 anni, di Catanzaro; Salvatore Tedesco, 31 anni, di Catanzaro; Giuseppe Caliò, 25 anni, di Catanzaro; Rosario Nuccio Caliò, 38 anni, di Catanzaro; Vittorio Falvo, 33 anni, di Catanzaro; Andrea Caracciolo, 41 anni, di Catanzaro; Giampaolo Tripodi, 35 anni di Catanzaro; Loredana Ferraro, 25 anni di Catanzaro; Lorenzo D’Elia, 47 anni, di Catanzaro; Gaetano Muscia, 60 anni di Gioia Tauro; Santina Pasqualone, 50 anni, di Gioia Tauro; Christian Papasidero, 38 anni, di Tropea; Igor Guarino, 41 anni, di Milano; Alessandro Lanzo, 48 anni, di Catanzaro; Marinella Canino, 50 anni, Catanzaro; Luca Colao, 40 anni, Simeri Crichi ; Valerio Nisticò, 49 anni, Catanzaro; Valerio Nisticò, 49 anni di Catanzaro; Vincenzo Mario Domanico, 48 anni, di Soveria Mannelli; Massimo Cubello, 60 ani, di Catanzaro; Paolo Mazzoni, 26 anni, di Catanzaro; e Carmelo Ripepi, 22 anni di Vibo Valentia.
L’arsenale La Procura ipotizza la presenza di due associazioni, una operante nell’ambito della gestione del traffico di sostanze stupefacenti e l’altra dedita al traffico di armi, quest’ultima con l’aggravante mafiosa. In questi mesi di indagine gli inquirenti hanno scoperto e sottoposto a sequestro un imponente numero di armi e munizioni ma anche circa 33 chili di sostanze stupefacenti tra marijuana e hashish. Droga e armi venivano occultati all'interno di bidoni sotterrati in una zona di campagna denominata località Cuturelle. L'indagine ha preso il via dall'arresto del latitante Agostino Papaianni, sfuggito il 19 dicembre del 2019 al maxi blitz Rinascita Scott. Nel giugno del 2021 venne catturato dalla Polizia in un B&B nel quartiere Janò di Catanzaro. In particolare in quell'occasione sarebbe emersa la figura di Massimo Longo. I dialoghi captati avrebbero così consentito agli investigatori di individuare una vasto giro di stupefacenti e un pericoloso traffico di armi. Al vertice dell’organizzazione vi sarebbe Domenico Rizza detto “Enrico”, che per gli inquirenti è «il promotore, capo e organizzatore dell’associazione ed è stato in grado di accreditarsi con le cosche di 'ndrangheta calabresi più sanguinarie, da cui ha acquistato sostanza stupefacente e che ha rifornito di armi, da guerra e comuni da sparo». Di sua proprietà sarebbero i terreni adiacenti alla collina dove venivano nascosti armi e droga. Secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia Rizza da anni avrebbe dato armi di ogni a diverse cosche della 'ndrangheta lametina e vibonese. Il pentito catanzarese Santo Mirarchi ha aggiunto che Rizza nel quartiere Gagliano avrebbe avuto a disposizione un magazzino che all'apparenza sembrerebbe un'officina mentre sarebbe utilizzato per trasformare le pistole a salve in armi micidiali. Ma il collaboratore in un verbale del maggio scorso aveva aggiunto anche un altro particolare: l'organizzazione avrebbe potuto contare anche su una talpa tra le forze dell'ordine. Anche per questo motivo la Dda di Catanzaro guidata dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla ha deciso di intervenire subito nel gennaio scorso con un provvedimento di fermo senza attendere le determinazioni del gip.

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