Centro storico, mobilità, parcheggi. Una triade che ormai viaggia a braccetto da diverso tempo, legata a un’immagine di scarsa accessibilità che caratterizza il cuore del capoluogo di regione. A cascata, ci sono le ripercussioni in chiave commerciale ed economica, ma anche quelle legate ai servizi e all’aspetto demografico. Scarsa accessibilità significa minori flussi di persone, uno scenario che finisce per impoverire - ed è un po’ quello che è accaduto - il tessuto commerciale e che incide anche sull’opportunità di collocare o meno una serie di servizi pubblici in questa storica parte della città: la Giunta regionale è stata trasferita da Palazzo Alemanni alla Cittadella, le forze dell’ordine hanno spostato fuori dalle “mura” (o lo stanno programmando) importanti strutture; anche il capitolo ateneo può essere inserito in tale contesto.
Il dibattito sulla necessità di far risalire la corrente - come nel caso dell’università - può quasi apparire come un accanimento terapeutico. Ma un’amministrazione - se ne parlava sotto Abramo, se ne parla anche oggi - deve pur tentare di far invertire la rotta. Per questo sono allo studio misure che diano la possibilità di migliorare l’accessibilità al centro storico, anche in un contesto territoriale più ampio della mobilità quale può essere quello legato, ad esempio, alla metropolitana di superficie che, una volta in funzione e a regime, dovrebbe spingere a un minore uso dell’automobile.
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