Il decreto ministeriale che nel 2020 approvò il Piano operativo di bonifica Fase 2 non ha «né previsto» e «né autorizzato» il confinamento, ovvero la messa in sicurezza, da parte dell’Eni Rewind delle discariche fronte mare, ex Fosfotec ed ex Pertusola, attraverso la realizzazione di un «diaframma plastico», in attesa di capire dove saranno smaltiti i rifiuti pericolosi ammassati nelle due aree contaminate.
E ancora: la stima delle spese per l’attuazione del Pob Fase 2 «sono state aggiornate e ricalcolate tenendo conto anche degli attuali costi di mercato». Sono alcune delle risposte che la società del gruppo Eni ha trasmesso al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che, lo scorso 23 maggio, aveva chiesto alla multinazionale di fornire un «riscontro alle osservazioni formulate» dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, in occasione della Conferenza dei servizi istruttoria che s’è tenuta a Roma un mese fa.
La riunione era centrata sulla proposta di variante al progetto di bonifica presentata dall’azienda di Stato che, su tutti, prevede lo smaltimento delle scorie pericolose dell’ex sito industriale nella discarica di località Columbra e non più fuori Calabria come invece viene contemplato dal Pob Fase 2 originario. E in questo contesto, Voce aveva messo sul tavolo una serie di temi e sollevato dei dubbi che adesso sono stati chiariti dall’Eni Rewind.
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