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Tesori archeologici nascosti da decenni a Vibo: la Soprintendenza annuncia «sorprese»

Le nuove scoperte avvenute di recente in città «saranno rese fruibili»

Il patrimonio archeologico vibonese continua ad accrescersi: i recenti rinvenimenti nell’area di Sant’Aloe costituiscono un’ulteriore ricchezza che la città ha fatto emergere, mostrando ancora una volta la straordinaria potenzialità culturale che vanta. Una potenzialità che però, si spera, possa essere finalmente messa a frutto, come si attende da decenni. Le nuove scoperte hanno aperto la strada a nuovi e ambiziosi progetti che la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia si propone di realizzare di concerto con il Comune. Progetti che intendono valorizzare i reperti ritrovati e la peculiarità del sito in cui gli stessi sono stati rinvenuti.
Si tratta, infatti, di scoperte avvenute durante i lavori di adeguamento sismico della scuola “Murmura”: «Nel corso delle operazioni di scavo, sono stati esplorati 32 vani al piano terra. Al di sotto del piano pavimentale – hanno spiegato dalla Soprintendenza – sono stati portati alla luce dei significativi riempimenti di terra, risparmiati dai cavi di fondazione dell'edificio, che in alcuni casi, hanno mantenuto intatta la stratigrafia archeologica dell'area.

 

 

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