I sindacati non ci stanno: la cessione di un ramo dell’Abramo Customer Care e il passaggio di solo una minima parte dei lavoratori nella nuova società non può essere la risposta ad una crisi che riguarda oltre mille famiglie calabresi e non solo. Commento negativo unanime quello delle sigle di categoria dopo l’incontro che si è svolto ieri al Ministero del Made in Italy per esperire la procedura di esame congiunto (ex art.47 legge 428/90) per il trasferimento del complesso aziendale di Abramo Cc in As a favore di una New.Co partecipata per il 30% della Enosi Holding s.r.l. e dalla Steel Telecom s.r.l. al 70%.
La vendita, come già annunciato nei giorni scorsi, riguarda 90 operatori e 14 team leader oltre a 125 collaboratori a progetto a fronte di un perimetro totale di circa 347 lavoratori adibiti sulla medesima commessa. E sono proprio questi numeri a non soddisfare i sindacati che hanno innanzitutto chiesto, ed ottenuto, un nuovo incontro il prossimo 17 di giugno.
All’incontro erano presenti i rappresentanti delle segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni che alla luce di quanto emerso nel confronto hanno considerato «la proposta di acquisizione, non solo confusa dal punto di vista procedurale, ma molto fumosa per quel che concerne la sostenibilità e la concretezza del piano industriale rappresentato» così come si legge nella nota diffusa a fine giornata. Ad illustrare i dettagli dell’accordo, che ha già avuto l’ok da parte del ministero, è stata la commissaria straordinaria Federica Trovato. Poi c’è stato anche un intervento tecnico della New.Co, il cui rappresentante ha parlato dei progetti futuri della società e descritto l’impegno attuale.
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