Il 30 giugno finisce la commessa di Tim; l’8 agosto prossimo giungerà invece a conclusione il periodo di amministrazione controllata dell’azienda Abramo Customer Care che da più di due anni è gestita da una terna di commissari (Federica Trovato, Silvia Bocci e Tiziano Onesti). Due date ormai prossime che, senza fatti nuovi, rischiano di scandire l’agonia di quella che una volta era una consolidata realtà nel settore dei call center che ancora adesso in Calabria occupa più di mille dipendenti suddivisi tra i siti di Crotone (600 circa); Settingiano (altri 100) e Montalto Uffugo. Mille e novanta famiglie per l’esattezza, che rischiano da qui a poche settimane, per la gran parte, di restare senza né reddito, né lavoro.
La proposta di acquisto formulata da parte di una “Newco” composta da Enosi Holding e Steel Telecom, «che – spiegavano le sigle sindacali di vategoria – intendono rilevare la titolarità del contratto afferente il committente Tim che implica il trasferimento di un numero di lavoratori pari a 90 operatori di call center, 14 team leader e 125 collaboratori», non rappresenta certo una soluzione capace di disinnescare la “bomba sociale” legata alla difficile vertenza che rischia di scoppiare tra una manciata di giorni.
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