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Gestione della piscina di Crotone, «nessun favoritismo né accordi collusivi»

Al processo le arringhe dei difensori. Sono imputati in sette tra cui l’ex sindaco Pugliese e alcuni dirigenti comunali

L'avvocato Francesco Laratta, difensore dell'ex sindaco di Crotone Ugo Pugliese, ha definito l'impianto accusatorio elaborato dalla Procura «una visione onirica». Mentre Alberto Laratta, l'altro legale che assiste l'ex primo cittadino sul quale grava una richiesta di condanna di 1 anno e 6 mesi di carcere, ha definito corretto l'operato portato avanti dall'allora amministrazione comunale perché «cercò di mettere ordine all'impiantistica sportiva».
Con le ultime arringhe difensive davanti al Tribunale di Crotone, ieri è ricominciato il processo scaturito dall'inchiesta sulla presunta cattiva gestione della piscina olimpionica che, cinque anni fa, portò alla caduta della giunta Pugliese. Dopo un lungo stop dovuto alla possibilità - concreta - che il Parlamento abroghi il reato di abuso d'ufficio che viene contestato a tutti i sette imputati, sono intervenuti gli avvocati che assistono tre accusati. I legali, in due ore e mezzo di discussioni, hanno cercato di smontare la tesi degli inquirenti, secondo i quali ci sarebbe stato un «accordo collusivo» tra il Comune di Crotone e il consorzio "Daippo" con quest'ultimo che sarebbe stato avvantaggiato attraverso l'affidamento, avvenuto nel 2019, della conduzione temporanea della piscina olimpionica di via Giovanni Paolo II senza l'espletamento di una gara (poi indetta e andata deserta a luglio dello stesso anno).

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