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Dodici anni per collaudare un’opera. La Provincia di Catanzaro condannata dopo l’arbitrato

Erano finiti all’attenzione dell’Anac i lavori per l’urbanizzazione dell’area Pip. La perizia ha confermato «l’andamento anomalo dell’appalto»

L’amministrazione provinciale di Catanzaro dovrà pagare oltre un milione di euro. Lo ha stabilito il collegio arbitrale dell’Autorità nazionale anticorruzione. Tutta colpa di un appalto da record per la lentezza nella sua realizzazione: quattro anni per completare l’opera e altri dodici anni per il suo collaudo. Si tratta dei “Lavori di urbanizzazione primaria area P.I.P. di località Morello - Catanzaro” per l’importo di poco più di 2 milioni di euro.

La ditta che ha realizzato i lavori nel 2022 ha avanzato domanda di arbitrato in ragione delle «plurime criticità emerse nel corso della “commessa”». Il lungo e tortuoso iter ha avuto inizio nell’aprile 2004 quando la ditta Sposato Costruzioni firma il contratto con la Provincia. I lavori da cronoprogramma dovrebbero finire entro 360 giorni, meno di un anno. E invece pochi mesi dopo arriva un primo stop per un intervento sulle acque bianche. I lavori neanche ripartono che nel marzo del 2005 c’è una nuova sospensione. Ad agosto c’è il via libera per riaprire il cantiere ma spunta una interferenza della linea ferroviaria. Passa quasi un anno, nell’estate del 2006 viene approvata una perizia di variante che prevede tra l’altro lo spostamento e sostituzione di una condotta idrica metallica di proprietà della Regione Calabria. Solo nel giugno del 2007 i lavori ripartono per essere finalmente completati il 15 luglio del 2008. Ma dovranno passare otto anni (arriviamo al 2016) perché sia emesso il conto finale.

La ditta fa iscrivere quattro riserve, poi un anno dopo, nel giugno 2017, diffida la Provincia a «provvedere entro e non oltre il termine di 15 giorni dal ricevimento della presente ad attivare tutte le procedure di propria competenza al fine di: completare le operazioni di collaudo e risarcire i danni causati all’appaltatrice».

 

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