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'Ndrangheta a Vibo, le nuove frontiere dei clan: dal Giubileo alla City di Londra

Gli interessi economico-finanziari delle cosche vibonesi segnalati nell’ultima relazione semestrale della Dia. Riflettori sui flussi di denaro ripuliti nei paradisi bancari e tramite società offshore

La geografia mafiosa del territorio vibonese non sembra sia mutata nel semestre di riferimento (il primo del 2023) dell’ultima relazione della Dia al Parlamento. Confermata la presenza di «numerose cosche di ‘ndrangheta, tutte variamente soggette all’influenza criminale della famiglia Mancuso, che risulterebbe essere la più attiva nei Comuni di Nicotera e di Limbadi», i business più redditizi restano quelli del traffico di stupefacenti, del gioco d’azzardo e delle estorsioni, con il settore turistico-alberghiero indicato come «altro ambito di sicuro interesse dei Mancuso e dei gruppi criminali presenti nella provincia».

La novità segnalata dalla Direzione investigativa antimafia riguarda invece un’ulteriore «attrattiva» per la ‘ndrangheta: gli ingenti stanziamenti di denaro pubblico destinati al Giubileo 2025. I riflettori degli esperti della Dia sono puntati alle cosche operative nel Lazio e tra queste, oltre a diverse del Reggino, sono segnalati proprio i Mancuso e i Bonavota di Sant’Onofrio. E su questi ultimi si concentra anche un altro fronte individuato nella relazione come quelli su cui la ‘ndrangheta punta evidentemente a specializzarsi nel prossimo futuro: le operazioni di riciclaggio di denaro «attraverso società finanziarie e attività imprenditoriali» collocate nel Regno Unito, in modo da sfruttare la «flessibilità del mercato anglosassone che si estende dalla City di Londra ai paradisi bancari delle isole Cayman».

Nonostante «l’impegno della Gran Bretagna in materia di anticorruzione», nel Regno Unito secondo la Dia si registra una «tendenza della criminalità organizzata a inviare, tramite società offshore, flussi di denaro che vengono poi ripuliti e rimessi nel circolo dell’economia». Proprio a questo proposito viene citata l’operazione “Assocompari”, che rappresenta il terzo step scaturito dalla maxi inchiesta “Rinascita Scott”, scattata il 25 gennaio del 2023 contro la cosca Bonavota.

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