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Omicidio Vona a Petilia Policastro: invocato l’ergastolo per il 32enne Ierardi

La richiesta del pm Mandolfino alla Corte d’Assise di Catanzaro. La vittima 44enne venne uccisa il 30 ottobre 2018, il corpo non fu mai ritrovato

Ergastolo. Ieri il pubblico ministero Pasquale Mandolfino ha chiesto la massima pena per Pierluigi Ierardi, il 32enne di Petilia Policastro accusato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di aver ucciso Massimo Vona il 30 ottobre 2018. L'imputato era finito in manette nell'ambito dell'operazione "Eleo" che, scattata il 25 gennaio 2021 con 12 fermi eseguiti dai carabinieri, avrebbe consentito di smantellare la cosca di Petilia Policastro attiva anche a Cotronei. Davanti alla Corte d'Assise di Catanzaro, il pm ha ricostruito il quadro probatorio contenuto nelle carte dell'inchiesta sull’assassinio di lupara bianca che costò la vita a Vona. Il 44enne, detto “Malutiempu”, sarebbe stato ucciso da Ierardi con almeno due colpi d’arma da fuoco sparati a distanza ravvicinata e successivamente fatto sparire per non essere più ritrovato. Mentre l'auto della vittima, una “Fiat Punto”, venne rinvenuta bruciata l’8 novembre 2018 nelle campagne petiline.

La morte di Vona, come ha argomentato il pm in aula, sarebbe maturata in un contesto di 'ndrangheta in seguito a dei contrasti che il malcapitato avrebbe avuto con i vertici della cosca di Petilia Policastro. Il 44enne, per la Procura antimafia di Catanzaro, sarebbe caduto in una trappola organizzata da Ierardi che avrebbe attirato il malcapitato nella sua azienda agricola di Petilia, in località Scardiato, con il pretesto di fare chiarezza su una serie di atti intimidatori che Vona da tempo stava subendo. Giunto qui, è l'ipotesi accusatoria, Vona sarebbe stato freddato con almeno due colpi di fucile esplosi dal 32enne. Ad incastrare Ierardi (che sarebbe stata l'ultima persona ad aver visto il 44enne) ci sono, ad esempio, le deposizioni rese da un testimone che dichiarò ai militari dell'Arma di aver lasciato la vittima, nel giorno della sua scomparsa, davanti all’ingresso dall’azienda del presunto killer, per poi scappare via dopo che sentì degli spari provenire da lì vicino.

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