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Acquaro, la genesi della faida delle Preserre e il nuovo assetto della ’ndrina Maiolo

I ruoli dei presunti affiliati al clan nell’inchiesta che ha portato a 14 arresti

All’inizio sono solo screzi nati da mancate spartizioni del “pizzo” o del bottino di una rapina. Siamo alla fine degli anni ’80 e le famiglie Loielo e Maiolo hanno, dall’inizio del decennio, una collaborazione criminale all’ombra del “locale” di Ariola. Da questi episodi però si cominciano a incrinare i rapporti. «Non c’era più quella stima di prima e viceversa», racconta uno che questa storia l’ha vissuta dall’interno, il pentito Francesco Loielo. Proprio lui ne parla con il fratello Vincenzo, all’epoca in carcere: vuole «passare all’azione» contro i Maiolo. Il fratello dapprima lo invita a lasciar perdere, ma non va affatto così. La faida inizia il 13 marzo 1989 con il tentato omicidio di Vincenzo Loielo: proprio colui che era il capo del gruppo subisce un attentato mentre rientra in carcere dopo un permesso. La responsabilità viene addebitata ai Maiolo. E la risposta è violentissima: due settimane dopo viene ucciso Pasquale Chiarenza e ad appena 48 ore di distanza scompare per sempre Antonio Donato; il 18 aprile Rocco Maiolo subisce un primo agguato, il 14 giugno un secondo, al terzo (estate 1990) non sopravvive né lui né Raffaele Fatiga; il 3 agosto tocca a Gaetano Inzillo; il 28 settembre 1993 a Placido Scaramozzino; nel 1998 scompare Antonio Maiolo (cl. 56), i suoi resti vengono fatti trovare dal pentito Enzo Taverniti nel settembre del 2009. In neanche dieci anni il gruppo dei Maiolo viene decimato, ma nel frattempo emerge la figura di Bruno Emanuele (oggi ergastolano) che scalza i Loielo (Vincenzo e Pino vengono uccisi nell’aprile del 2002) e diventa il boss dell’ala militare del “locale” che domina le Preserre. L’anno dopo lo spartiacque, la strage di Ariola: secondo la Dda la vendetta dei discendenti (all’epoca ventenni) dei Maiolo, alleati degli Emanuele, si consuma contro i Loielo lasciando sulla strada tre vittime (Francesco e Giovanni Gallace, Stefano Barillaro). La faida si ferma per quasi un decennio, quei giovani crescono e nella ‘ndrina Maiolo si viene a creare un nuovo assetto che la Dda di Catanzaro, con i 14 arresti eseguiti l’altro ieri, ritiene di aver cristallizzato e colpito.

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