«Si vuole continuare a tenere lontano la stampa dai luoghi dove si svolgono attività che coinvolgono i migranti. E questo accade sempre più spesso quando avvengono eventi tragici come il recente naufragio di Roccella Ionica e, prima, quello di Steccato di Cutro». La presa di posizione è dei direttori e dei giornalisti delle testate di Crotone dopo che lunedì sera è stato vietato ai cronisti l'ingresso al porto di Crotone dove la nave Diciotti stava sbarcando cinque cadaveri dei migranti morti nel naufragio di Roccella Ionica.
«È da circa due anni - si legge nella lettera inviata al prefetto di Crotone - che per i giornalisti crotonesi diventa sempre più difficile documentare gli arrivi di migranti al porto di Crotone. Per accedervi, infatti, bisogna chiedere l'autorizzazione ad ogni singolo evento». Il porto di Crotone è sotto la competenza dell’Autorità portuale di Gioia Tauro e nel caso degli sbarchi le autorizzazioni devono essere concesse anche dalla Capitaneria di porto.
«L'attuale procedura burocratica - si legge nella lettera dei giornalisti crotonesi - non solo ritarda lo svolgimento del nostro lavoro, che in casi come questo richiede massima tempestività, ma talvolta ha rappresentato un vero e proprio ostacolo al diritto di cronaca che quotidianamente esercitiamo. Al di là di qualche impegno preso al momento, a nulla sono valse le richieste di incontro con le autorità competenti al fine di regolarizzare l’ingresso dei cronisti al porto di Crotone in occasione degli sbarchi, purtroppo numerosi nel nostro territorio».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il divieto di ingresso in occasione dell’arrivo della nave Diciotti della Guardia Costiera: «Inoltre - fanno notare i giornalisti - contrariamente al solito, per lo sbarco è stato scelto il porto industriale per tenere distanti anche gli occhi 'indiscreti' degli zoom delle telecamere».
«Tutto questo è inaccettabile» scrivono i cronisti di Crotone evidenziando che «in più occasioni abbiamo percepito come non gradita la nostra presenza al porto, avvertendo un clima ostile nei nostri confronti». Per questo i giornalisti crotonesi chiedono un incontro «urgente e non più procrastinabile» con le autorità competenti. «Il clima che respiriamo - concludono - non è sereno, ma questo non ci spaventa. Il diritto di cronaca è alla base di ogni Paese civile e saremo sempre impegnati per garantirlo».
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