Entrambi (poliziotto e finanziere) erano accusati di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare la cosca Anello. Secondo l’ipotesi accusatoria prospettata dalla Dda di Catanzaro avevano fornito notizie che dovevano rimanere segrete a un presunto appartenente al clan di Filadelfia (condannato a 20 anni in abbreviato). Ma il primo, Pietro Verdelli, 52enne di Figline Vegliaturo (Cs) che era accusato anche di concorso esterno e per il quale erano stati chiesti 12 anni, è stato assolto perché il fatto non sussiste da entrambi i capi d’accusa. E il secondo, Franco Pontieri, 51enne di Nocera Terinese (Cz), è stato condannato a 3 anni (come chiesto dalla Dda) con l’esclusione dell’aggravante mafiosa. Le loro posizioni, che all’epoca in cui scattò l’inchiesta fecero scalpore trattandosi di un assistente capo della Polizia e di un appuntato scelto della Guardia di finanza, erano tra quelle al centro del processo “Imponimento” per cui di recente è stata emessa la sentenza di primo grado con il rito ordinario.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia