La luce in fondo al tunnel della crisi comincia a vedersi in modo sempre più netto. È quello che si evince dall’esito dell’ultima assemblea che si è tenuta fra il management di Karol Betania, e in particolare l’amministratore delegato Marzo Zummo, i sindacati e i dipendenti della struttura. Nel corso della quale sono stati piazzati una serie di punti fermi, soprattutto in merito al pagamento degli stipendi arretrati (che dovrebbe essere completato la prima decade di luglio) e al possibile - probabile - concordato per la liquidazione della vecchia Fondazione Betania onlus.
Le risultanze dell’incontro ospitato dall’auditorium della struttura principale di Betania, in via Molise, le hanno messe nero su bianco e inviate ai lavoratori i segretari provinciali e i referenti aziendali di Fp Cgil (Saverio Scicchitano e Marcello Mussari), Cisl Fp (Salvatore Viscomi e Antonio Curcillo), Uil Tucs (Saverio Scarpino e Salvatore Venuto).
Gli esponenti della Triplice, pur senza nominarlo direttamente, hanno in prima istanza marcato una differenza con l’Usb che nei giorni scorsi ha attuato un’iniziativa di protesta («I nostri lavoratori non hanno mai creato allarmismi, né hanno mai fatto intendere di volersi astenere dal lavoro in maniera del tutto illegale ed autonoma»). Poi si sono a lungo soffermati sulle rassicurazioni ricevute dall’ad Zummo: «Che ha parlato delle difficoltà incontrate a seguito della procedura fallimentare di Fondazione Betania e delle conseguenti pratiche di revisione per la concessione di fidi presso le banche e anche con la Curatela data la loro intenzione liquidatoria anziché di riorganizzazione aziendale. L’azienda ha ribadito il ritardo nei pagamenti delle retribuzioni arretrate, che si chiuderanno entro il 10 luglio fatta eccezione per i decreti ingiuntivi che seguiranno l’iter processuale previsto».
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