Dopo la polemica scatenata dall’utilizzo di mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge di Pizzo che, secondo il WWF, avrebbe potuto danneggiare eventuali nidificazioni di tartarughe marine, nonché di uccelli tipici delle dune, ci ha pensato la natura a dare la sua risposta sulla validità delle preoccupazioni degli ambientalisti. Una tartaruga marina Caretta caretta ha infatti deposto le sue uova nella serata di ieri, 29 giugno, proprio nell’area denominata Dune dell’Angitola, Zona Speciale di Conservazione tutelata dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE.
Ad accorgersi della presenza del rettile marino sulla spiaggia, alcuni ospiti del Villaggio Porto Ada, che hanno subito avvisato la Capitaneria di Porto, a cui è seguito l’intervento del naturalista del WWF Pino Paolillo, che ha potuto accertare l’avvenuta deposizione delle uova e ha seguito la tartaruga fino al suo rientro in mare, controllando che nessuno le arrecasse disturbo con le luci durante le delicate fasi della nidificazione. Subito dopo, grazie anche alla fattiva collaborazione della Direttrice della struttura turistica, Ornella Curcio e di tutto il personale, l’area della deposizione è stata recintata e ulteriormente sottoposta a controllo nella mattinata di oggi dal Comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Pizzo, Maresciallo Giuseppe Francolino, in compagnia del naturalista del WWF.
Sempre il WWF ricorda che, dopo la “storica” prima registrazione di una nidificazione di Caretta sul litorale di Pizzo, risalente esattamente a dieci anni fa in zona Colamaio, altre nidificazioni sono state recentemente accertate nel 2021 nella zona della Marinella, prova evidente che tutto il litorale napitino merita maggiore attenzione in funzione della tutela dei siti di nidificazione e del danno che comportamenti scorretti potrebbero arrecare. Ora si dovrà attendere e vigilare affinché l’incubazione delle uova possa svolgersi senza problemi prima della schiusa, attesa all’incirca per metà agosto. Su questo il WWF ribadisce il proprio impegno, così come sta facendo da decenni, in collaborazione con il DiBEST dell’Università della Calabria, nella persona del Prof. Toni Mingozzi, a cui è affidata la supervisione scientifica del Progetto TartAmar. L’episodio testimonia ancora una volta l’importanza della conservazione delle spiagge per alcune specie, prima fra tutte la Caretta caretta e i benefici che le stesse strutture balneari possono ricavare in termini di sensibilizzazione dalla presenza di un suo nido. Poter custodire gelosamente un dono della natura così prezioso diventa così un motivo di orgoglio e un “valore aggiunto” apprezzato da tutti gli ospiti, italiani e stranieri. Per non parlare dell’emozione unica che solo la nascita di decine e decine di tartarughine che sbucano dalla sabbia in una notte d’estate può regalare.
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