Assolti perché il fatto non sussiste, con questa formula la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado per Salvatore Macrì, Leonardo e Tommaso Trapasso, ritenuti elementi di spicco dell’omonima cosca di San Leonardo di Cutro. In primo grado erano stati condannati a 6 anni e 8 mesi per l’estorsione, con aggravante mafiosa, nei confronti del titolare di un’agenzia di viaggi della provincia di Catanzaro costretto, secondo l’accusa, a fornirgli biglietti e auto a noleggio gratuitamente. Le pesanti accuse però non hanno retto al vaglio della Corte, presidente Alessandro Bravin con a latere Maria Rosaria Di Girolamo e Assunta Maiore. I giudici hanno ribaltato l’assoluzione per Giuseppe Talarico infliggendogli 8 anni per associazione mafiosa. Ridotte invece le condanne per Leonardo Curcio 4 anni, 5 mesi e 10 giorni più 7555 euro di multa (in primo grado era stato condannato a 7 anni e 2 mesi), per Mario Scerbo 13 anni e 6 mesi (in primo grado 14 anni); per Martino Sirelli 9 anni 6 mesi e 15 giorni (in primo grado 11 anni e 4 mesi) e per Dante Mannolo 1 anno e 8 mesi più 1.800 euro (in primo grado 2 anni). A quest’ultimo sono stati anche concessi gli arresti domiciliari. Confermate le condanne Mario Falcone, di Cutro, a 7 anni; Leonardo Falcone, di Cutro, a 3 anni e 8 mesi, Antonio Scicchitano, di Botricello, a 3 anni e 8 mesi; Volodymyr Nemesh, di nazionalità ucraina, a 3 anni e 6 mesi; Egidio Zoffreo, di Cutro, a 8 mesi; Giovanni Zoffreo, residente a Botricello, a 8 mesi; Pietro Scerbo, di Cutro, a 8 anni e 8 mesi. Gli imputati condannati dovranno anche pagare le spese processuali delle parti civili rappresentate dagli avvocati Michele Gigliotti e Stefania Scarfone.
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