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Inchiesta "Sartoria" a Catanzaro, il ruolo del docente che lavorava in nero e concordava in privato l'importo delle gare dell'Ateneo

Mater Domini di Catanzaro

Giuseppe Lucio Cascini, finito agli arresti domiciliari nell’operazione 'Sartoria' portata a termine questa mattina dalla Guardia di finanza, in qualità di direttore di struttura complessa dell’Uoc Medicina nucleare dell’azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, venne nominato il 22 dicembre 2020 presidente di commissione per la gara d’appalto bandita dall’università degli studi «Magna Graecia» di Catanzaro per la «fornitura, posa in opera, installazione, messa in funzione e garanzia 'full risk' annuale di un sistema ciclotrone per la produzione di radioisotopi», anche se - a detta degli inquirenti - a suo carico sussistevano cause di incompatibilità.

Secondo l’accusa Cascini avrebbe concordato la versione definitiva del capitolato d’appalto, «corrispondente esattamente a quella approvata in data 3 novembre 2020 dalla stazione appaltante». La gara venne aggiudicata alla «Ati Medicalray-Teknos» che avrebbe presentato prima un’offerta al ribasso per «disincentivare la concorrenza» e successivamente avrebbe concertato una variante in aumento rispetto all’offerta presentata.

Cascini - annota il gip - «aveva l’accortezza di incontrare di persona i suoi interlocutori, ricevendoli in un locale riservato dell’edificio universitario, invitando sempre tutti gli astanti a lasciare in una altra stanza i loro telefoni cellulari, manifestando il suo espresso e chiaro disappunto quando qualcuno lo contattava via telefono, redarguendolo nei termini secondo cui, vista la sua posizione e la importanza della vicenda vissuta, era altamente probabile il monitoraggio del suo telefono». Da qui la necessità di sottoporlo agli arresti domiciliari con divieto di comunicare con chiunque per evitare l’inquinamento delle prove.

Cascini, inoltre, nonostante fosse dipendente della struttura universitaria Magna Grecia di Catanzaro con impiego a tempo pieno, svolgeva «altresì attività lavorativa presso strutture mediche private», una con sede a Crotone e l’altra a Pozzuoli. «Tale parallelo impegno lavorativo» assume «connotazioni e contorni tali da essere del tutto irregolare ed illegittimo considerando il suo inquadramento nella istituzione universitaria, in pena violazione quindi delle normative di settore; non solo, la condotta ha consentito di accertare il compimento di ulteriori atti illeciti chiaramente funzionalizzati a occultare il parallelo impegno lavorativo». In sostanza Cascini «ha effettuato un complesso sistema di fatturazione delle somme a lui spettanti, con una struttura di interposizione fittizia di modo che non risultassero i suoi guadagni extra». Da qui l’accusa di truffa ai danni dello stato contestata al professore nell’ambito dell’inchieste della Guardia di Finanza.

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