Il commissario ad acta per la Sanità, Roberto Occhiuto, pubblica il Dca n.92/2024 concernente il “Riparto del Fondo sanitario regionale definitivo a destinazione indistinta e vincolata anno 2023” e subito scattano le contestazioni. Le cifre contenute nello stesso, infatti, non convincono per nulla il cardiologo Soccorso Capomolla, responsabile del “Don Mottola Medical Center” di Drapia, che non esita a far sentire la sua voce.
A suo avviso, infatti, il Dca 92/2024 affossa la sanità vibonese condannandola a non soddisfare in alcun modo neppure i Lea. «Il Dca 92/2024 – spiega – supera e abroga il Dca n.217/23 relativo al budget aziende sanitarie 2023. Il compito del commissario ad acta Occhiuto è quello di provvedere a fissare il tetto massimo annuale di spesa sostenibile con il Fondo sanitario regionale, nonché distribuire dette risorse per singola Asp e procedere alla determinazione dei tetti annuali delle prestazioni, assicurando l’equilibrio complessivo del sistema sanitario dal punto di vista organizzativo e finanziario». In tale operazione ripartitoria, in presenza di disponibilità ordinaria (Dca 92/2024) e straordinaria (Dca 217/2023 – Dca 112/2024), «è mandatorio e vincolante – rimarca – garantire in maniera adeguata e uniforme su tutto il territorio regionale le prestazioni di assistenza territoriale, superando, progressivamente, sia l’attuale disomogenea distribuzione di tali servizi sia la carenza di specifiche prestazioni nella nuova rete territoriale».
In realtà, cosi non è. Dall’analisi congiunta del Dca n. 217/2023 e Dca n.92/204, relativamente al periodo agosto 2023 – dicembre 2023, salta fuori che « il taglio maggiore – denuncia il cardiologo vibonese – è stato eseguito sull’Asp di Vibo ed è pari al meno 3.4% (ossia meno 10.259.967,44 euro) del fondo sanitario a destinazione indistinta e vincolata attribuita alla nostra Asp, che presenta la minore offerta extraospedaliera, mentre il maggiore incremento è, per converso, intervenuto sull’Asp di Crotone, ovvero +5.4% ( + 19.172.736,66), che presenta la maggiore offerta extraospedaliera residenziale».
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