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L’Amministrazione di Belcastro contro le cosche della Presila

Il Comune si costituirà parte civile al processo Karpanthos. Nell’autunno scorso il blitz coordinato dalla Dda che smantellò i clan Carpino e Bubbo, molto attivi nei territori dell’Alto Ionio

Il Comune di Belcastro si costituirà parte civile nel processo scaturito dall’operazione denominata Karpanthos che, eseguita nell’autunno scorso dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro, coordinati dalla Dda di Catanzaro, ha smantellato le cosche dei Carpino e dei Bubbo, attive nei territori della Presila Catanzarese, in particolare nei Comuni di Petronà e Cerva (quest’ultimo sciolto per infiltrazioni mafiose, per il coinvolgimento dell’ex sindaco Fabrizio Rizzuti nell’inchiesta).
L’amministrazione comunale di Belcastro, guidata dal sindaco Antonio Torchia, ha deliberato di costituirsi parte civile, dando mandato agli uffici di individuare il legale, alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia, arrestato nell’ambito dell’operazione Karpanthos Domenico Colosimo, rispetto all’omicidio del dipendente del Comune di Petronà Silvano Talarico, avvenuto il 4 luglio 2008 a Belcastro. Colosimo, 46 anni, ritenuto dagli inquirenti esponente della cosca Carpino, ha fatto luce su alcuni degli omicidi più efferati della faida che per anni ha contrapposto i Bubbo ai Carpino per il controllo criminale del territorio della Presila catanzarese.
Alla pm Veronica Calcagno e ai carabinieri, un mese dopo l’arresto, ha reso dichiarazioni sugli omicidi di alcune persone, fra cui appunto il dipendente comunale Talarico. Colosimo avrebbe partecipato alla riunione nel corso della quale la consorteria aveva deciso di ucciderlo. I killer hanno atteso che l’uomo uscisse dal municipio di Petronà per tornare a casa e, dopo averlo raggiunto a bordo di una moto rubata, lo hanno freddato. Secondo Colosimo, si sarebbe trattato di un delitto a pagamento, sebbene nella riunione, in cui era stata decisa la sua fine, era stato detto che la vittima aveva dato fastidio alla moglie di un affiliato. Alla luce di quanto appreso su questa vicenda, l’amministrazione comunale di Belcastro ha deciso di costituirsi parte civile, «poiché è intendimento e volontà dell’amministrazione comunale di Belcastro - si legge nella delibera di Giunta - affermare e ribadire la cultura e lo spirito della legalità e dell’antimafia cui deve essere ispirata l’azione amministrativa, sulla scorta anche dell’incidenza negativa sul tessuto socio-economico dei fenomeni criminali comunemente definiti di criminalità organizzata. Risulta opportuna e doverosa la costituzione di parte civile del Comune di Belcastro nel processo nei confronti degli arrestati per reati di criminalità organizzata riguardanti attività criminali consumate nel territorio comunale, al fine di tutelare e difendere i diritti e gli interessi della collettività e del territorio, anche attraverso la richiesta di risarcimento dei danni materiali e d’immagine subiti».
Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza preliminare dinanzi al gup Santoemma, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per i 71 indagati nell’ambito dell’operazione Karpanthos. Di questi, 51 hanno chiesto di essere ammessi al giudizio abbreviato che prenderà il via in autunno, mentre domani si terrà l’udienza per gli indagati che hanno deciso di essere giudicati con il rito ordinario.

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