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Crotone, il Tar riscrive l’esito dell’appalto dei lavori al parco archeologico

Accolto il ricorso della società arrivata seconda. Estromessa la prima. Ora tocca al Comune valutare l’avvio degli interventi a stretto giro

Cambia l'esito dell'appalto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per riqualificare l'area archeologica di Capocolonna, a Crotone, con tanto di demolizione dei due immobili abusivi appartenenti ai familiari del boss mafioso Nicolino Grande Aracri di Cutro. Il Tar della Calabria, accogliendo il reclamo della società “Chisari Gaetano” di Isola Capo Rizzuto, ha annullato la determina dirigenziale n. 779 con la quale, il 28 marzo scorso, il Comune di Crotone aveva affidato la redazione della progettazione esecutiva dei lavori e l'esecuzione degli interventi alla ditta “Costruzioni Luchetta”.
La quale, era risultata vincitrice della gara presentando l'offerta migliore - pari 3.718.829,81 euro - tra le tre proposte messe sul tavolo compresa quella avanzata dalla "Chisari Gaetano", arrivata seconda con un'associazione temporanea di imprese. Adesso toccherà all'amministrazione guidata dal sindaco, Vincenzo Voce, decidere se avviare il cantiere con la "Chisari Gaetano" oppure attendere la conclusione di un eventuale prosieguo del contenzioso al Consiglio di Stato. Su tutti, la ricorrente contestava la «violazione e falsa applicazione dei criteri di valutazione delle offerte» nell'attribuzione dei punteggi alle ditte partecipanti.

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