La sua è senza dubbio una delle posizioni più rilevanti trattate nel maxiprocesso “Rinascita Scott”. Una «mente raffinatissima», secondo i pentiti, e una figura «di assoluto rilievo» per i clan vibonesi secondo il Tribunale. Ma benché Saverio Razionale, ritenuto boss di primo piano che da San Gregorio d’Ippona ha trasferito i suoi interessi nella Capitale, sia stato condannato a 30 anni la Dda di Catanzaro ha proposto appello in relazione a due capi d’imputazione per cui è stato assolto. La vicenda riguarda la gestione del Mocambo, noto ristorante di Pizzo. E l’accusa su cui la Dda insiste è di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante mafiosa: il boss e Gregorio Gasparro (condannato a 16 anni in abbreviato per associazione mafiosa e anche per questi capi d’accusa) sarebbero stati per la Dda «proprietari occulti e co-amministratori di fatto, unitamente e con il concorso di Isolabella Francesco (condannato a 2 anni per uno dei capi d’accusa, ndr)» attribuendo la titolarità della società che si occupava dei ricevimenti «in modo fittizio» a una terza persona, che però è stata assolta.
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