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Crotone, frodi sui carburanti. Chieste 4 condanne

L’inchiesta “Ghost Oil”. Coinvolti imprenditori e dipendenti regionali. Proposte 16 assoluzioni

Quattro condanne e 16 assoluzioni. Le ha proposte ieri la pubblico ministero Rosaria Multari davanti al Tribunale di Crotone che sta giudicando i 20 imputati, tra persone fisiche e giuridiche, del processo di primo grado scaturito dall’inchiesta "Ghost Oil" coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro.

Si tratta del nome dato all’operazione che, scattata l'11 febbraio 2022 con 11 misure cautelari eseguite dai carabinieri, avrebbe fatto luce sull'esistenza di una presunta associazione a delinquere che avrebbe messo a segno una maxitruffa nei settori agricolo e dei carburanti attraverso l'accesso abusivo ai sistemi informatici.
L'ipotizzata organizzazione criminale sarebbe stata promossa dall'imprenditore Roberto De Fazio di Scandale che - per l'accusa - tra il 2018 e il 2019 sarebbe riuscito ad ottenere, attraverso documenti falsi, ben 128 mila litri di gasolio causando allo Stato un danno di oltre 77 mila euro per accise e Iva mai pagate. C'è poi Francesco Ranieri di Isola Capo Rizzuto, che a sua volta avrebbe inserito l’area dove sorge l'aeroporto "Pitagora" di Crotone tra i terreni coltivati dalla sua azienda agricola al fine di ricevere il carburante agevolato. E lo stesso "modus operandi" sarebbe stato utilizzato anche da Alessandro Bianco (Isola Capo Rizzuto) e Giuseppe Giancotti (Rocca di Neto) che - secondo la tesi investigativa - avrebbero fatto riscorso ad atti farlocchi per incassare l'erogazione di carburante.

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