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Crotone, rigettata la scarcerazione dell'attivista curda accusata essere una scafista

I giudici del Tribunale di Crotone hanno respinto la richiesta di scarcerazione di Maysoon Majidi, la 27enne curda iraniana arrestata il 31 dicembre scorso a Crotone dalla Guardia di finanza con l’accusa di essere la scafista di una imbarcazione con a bordo 77 migranti sbarcati in località Gabella. La donna è comparsa oggi alla prima udienza del processo dopo una detenzione di 216 giorni durante i quali ha iniziato anche lo sciopero della fame per protesta contro una carcerazione che ritiene ingiusta. Maysoon è apparsa molto provata ma nel corso delle dichiarazioni spontanee davanti al Tribunale ha contestato punto per punto le accuse mosse dal sostituto procuratore Maria Rosaria Multari.

«Io e mio fratello abbiamo fatto questo viaggio per salvarci la vita ed essere liberi in Europa» ha detto Maysoon. «Quando siamo saliti sulla barca - ha spiegato - una donna mi ha perquisito e mi ha preso il telefono. Lo hanno fatto anche con gli altri. Io e mio fratello e le altre persone eravamo seduti sottocoperta. Dopo 3 giorni mi sentivo male. Per questo volevo andare sopra, ed ho iniziato a litigare con la donna che aveva tutti i cellulari che mi diceva parole brutte. A quel punto ho detto che quando saremmo arrivati li avrei denunciati alla polizia italiana perchè ci stavano maltrattando. Questo ha scatenato antipatia e odio nei miei confronti da parte di chi stava in coperta». Maysoon ha spiegato che i soldi che le sono stati trovati addosso, 150 euro, erano suoi personali e che aveva pagato il viaggio alla partenza.

Nel corso dell’udienza il difensore di Maysoon, l’avvocato Giancarlo Liberati, ha presentato una istanza per la modifica della misura cautelare chiedendo che la ragazza, che il 29 luglio compirà 28 anni, potesse uscire dal carcere ed essere sottoposta ai domiciliari. A quel punto il pm Multari ha fatto notare che la stessa identica istanza presentata dal difensore era già stata rigettata dal gip a maggio. Al Tribunale, quindi, non è rimasto che rigettare l’istanza di scarcerazione. La donna è scoppiata in lacrime ed ha chiesto al Tribunale di poter mostrare due foto che, a suo dire, la scagionerebbero. In una immagine compare lei insieme al fratello sottocoperta e in un’altra una donna vicino al capitano (arrestato anche lui, reo confesso e che ha scagionato Maysoon). «Questa è quella che mi ha preso il cellulare. Mi si incolpa di essere una scafista ma si vede che la persona vicina al capitano è un’altra. Io e mio fratello eravamo sotto e ci vediamo nel video. Perchè credete alle parole di due persone e non alle mie?» ha chiesto l’imputata prima di essere riportata in carcere.

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