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Operazione Deep in Calabria: depuratori del Catanzarese osservati speciali. Sequestri e sanzioni

Operazione “DEEP” in materia di reati ambientali disposta dal Comando Legione Carabinieri “Calabria”. I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catanzaro, unitamente ai Carabinieri del Nucleo Forestale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno effettuato verifiche e ispezioni indirizzate alla prevenzione ed al contrasto dell’inquinamento espresse in particolar modo dalle componenti dell'Arma specializzate dipendenti dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari.

A Lamezia Terme, i Carabinieri della Stazione Scalo e del Nucleo Forestale hanno proceduto al sequestro preventivo di un tratto di circa 380 metri lineari del canalone industriale, pavimentato in cemento, che dalla zona di San Pietro Lametino, ove insiste l’impianto di depurazione, si immette alla foce del fiume Turrina, con sbocco nel tratto di mare antistante il Golfo di Sant’Eufemia. L’intervento dei Carabinieri scaturisce dalle risultanze dei campionamenti e delle analisi di laboratorio effettuati da ARPACAL, a valle dello sbocco della condotta del depuratore civile di Lamezia Terme, ove sono stati riscontrati valori significativi del batterio Escherichia Coli, nonché di azoto ammoniacale, con possibili profili di inquinamento ambientale. L’attività, preceduta da un’articolata raccolta e analisi di dati informativi, si inquadra nel più ampio monitoraggio finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dell’inquinamento ambientale. Le attività di controllo e verifica proseguiranno su tutto il litorale lametino al fine di acquisire informazioni sul fenomeno e pianificare ulteriori mirati controlli.

In queste settimane anche nell’alto ionio catanzarese è stato controllato un impianto di depurazione, contestando sanzioni amministrative per complessivi 3000 euro in relazione a violazioni accertate in materia di salute e sicurezza del lavoro.

Nella fattispecie, dalle verifiche compiute all’interno dell’impianto di depurazione, sono emerse diverse violazioni sulla sicurezza sul lavoro da parte della società appaltante di alcuni lavori edili, con particolare riferimento alla mancata protezione delle aperture di pozzetti non protetti e alla mancata protezione dal pericolo elettrico poiché di un locale tecnico è stata riscontrata la presenza di cavi elettrici alimentati posizionati sul pavimento.

Nel reventino, i Carabinieri hanno controllato due depuratori di acque reflue urbane risultati privi di autorizzazione allo scarico delle acque. Durante il controllo è emerso che uno dei citati depuratori scaricava direttamente le acque sul suolo.

Nel soveratese, il titolare di un'officina, occupando un’area di complessivi 80 metri quadrati, non era in possesso della prevista autorizzazione per l’esercizio dell’attività e aveva stoccato abusivamente rifiuti speciali e pericolosi derivati dalla lavorazione, ovvero: pezzi meccanici, olii esausti, filtri e batterie per auto. Nella circostanza sono stati contestati al titolare illeciti amministrativi per un importo totale pari ad euro 5.164 e si è proceduto alla chiusura dell’attività.

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