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'Ndrangheta nel Vibonese, carcere duro per Pasquale Pititto e Michele Silvano Mazzeo

Il 41 bis disposto dal ministero della Giustizia per i due esponenti del clan di Mileto

Il ministero della Giustizia ha disposto il carcere duro (art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario) per due esponenti dei clan di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, Pasquale Pititto, 56 anni, di San Giovanni di Mileto, e Michele Silvano Mazzeo, 52 anni, di Comparni di Mileto. Pititto (sulla sedia a rotelle dopo un agguato nel 1990) sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Pietro Cosimo, ucciso a Catanzaro nel 1990 su mandato del boss dei Gaglianesi, Girolamo Costanzo.

Pititto ha poi rimediato una condanna a 25 anni nell’ambito della operazione 'Tirreno" condotta nel 1993 contro la 'ndrangheta dalla Dda di Reggio Calabria.

Assieme al cognato Michele Iannello (collaboratore di giustizia e condannato per l’omicidio di Nicolas Green), Pititto è ritenuto l’esecutore dell’omicidio di Vincenzo Chindamo e del tentato omicidio di Antonio Chindamo, delitti commessi a Laureana di Borrello l’11 maggio 1991 su mandato del boss Giuseppe Mancuso.
Pititto - difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio - è imputato per associazione mafiosa nell’operazione "Maestrale" in un processo in corso al tribunale di Vibo.

Michele Silvano Mazzeo (assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo) è anch’egli imputato nel processo "Maestrale" per narcotraffico e associazione mafiosa; è già stato condannato in appello a 8 anni e 2 mesi di reclusione nel processo Rimpiazzo.

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