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Roccabernarda, terreni agricoli acquisiti con minacce: definitive 4 condanne

Antonio Santo Bagnato

La cosca Bagnato di Roccabernarda è stata in grado di accaparrarsi i terreni dislocati nel piccolo centro dell’entroterra crotonese a prezzi irrisori mediante minacce e danneggiamenti nei confronti dei proprietari. Lo dice la Cassazione che ha messo il sigillo sul processo scaturito dall'inchiesta "Capitastrum" coordinata dalla Dda di Catanzaro. La Suprema Corte ha infatti reso definitive quattro condanne, tra cui quella a 15 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere per il boss Antonio Santo Bagnato e quella a 7 anni e 6 mesi per la moglie Stefania Aprigliano. I giudici hanno anche disposto un nuovo giudizio d'appello per il tecnico comunale Domenico Colao che in secondo grado era stato assolto.
Oltre che per Antonio Santo Bagnato e Stefania Aprigliano, sono diventate irrevocabili le condanne inflitte il 3 ottobre 2023 dalla Corte d'appello di Catanzaro ad altri due imputati: a Giuseppe Bagnato, figlio del boss (3 anni 4 mesi di reclusione) e al pentito Iaquinta (2 anni, 6 mesi e 20 giorni).
Annullata l'assoluzione di Colao per il quale è stato disposto un nuovo processo di secondo grado.
L'operazione "Capitastrum", scattata il 5 dicembre 2020 con tre arresti eseguiti dai carabinieri, fu una prosecuzione del blitz "Trigarium" che nel 2018 assestò un primo duro colpo alla 'ndrina guidata dalla famiglia Bagnato. Per le persone offese, spiegano gli ermellini nelle motivazioni della sentenza, «il piegarsi al volere» di Bagnato e della consorte veniva «vissuto con angoscia».

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