Ammontano a 759 mila tonnellate i rifiuti pericolosi e non pericolosi ammassati nell'area industriale dismessa di Crotone che Eni Rewind dovrà rimuovere a partire dal prossimo ottobre. Ecco in cosa consiste, in estrema sintesi, il progetto stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2 presentato dalla società del Gruppo Eni, che l'altro giorno è stato approvato dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. Il decreto emesso dal dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin consentirà all’azienda amministrata da Paolo Grossi di bonificare sia la discarica fronte mare ex Pertusola-Armeria che i siti interni degli stabilimenti ex area Pertusola Nord ed ex Agricoltura. Di queste scorie, prive di Tenorm e amianto, 362 mila tonnellate pericolose saranno smaltite nell'impianto di località Columbra di proprietà della società Sovreco; mentre le restanti 397 mila tonnellate non pericolose troveranno spazio negli impianti dislocati tra Puglia, Basilicata e Sicilia.
Si spiega così la decisione presa dal Mase di imporre alla Regione di avviare l'iter per modificare il Provvedimento unico autorizzatorio regionale (Paur), disposto nel 2019 e prorogato lo scorso luglio, che al momento vieta di conferire nelle strutture calabresi i rifiuti provenienti dal Sito di interesse nazionale di Crotone. Inoltre, il ministero ha pure stabilito che se durante le «operazioni di bonifica - riporta il decreto - fossero rinvenuti rifiuti contenenti amianto, potranno essere temporaneamente stoccati nell’impianto D15 per essere successivamente conferiti, in assenza di idonei impianti sul territorio nazionale, in siti esteri autorizzati».
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