Una corsa contro il tempo, ma il tempo passa e la certezza per ora è che a correre sono i... liquami che arrivano a mare – l’ultimo alle 17 di ieri. Così se pur l’attenzione resta elevata “mentre il medico studia, il malato muore”. E sull’ultimo sversamento del torrente Sant’Anna le analisi Arpacal hanno tolto ogni dubbio (laddove ce ne fosse stato bisogno): erano liquami.
Sul suo “letto” Capitaneria, Arpacal e Comune, in una frenetica corsa, anche per scongiurare repliche, oltre ad accertare eventuali cause e responsabilità. Si è sempre addebitata la colpa al depuratore di località Silica, ritenuto sottodimensionato davanti alla pressione eccessiva dovuta all’incremento demografico, nonostante gli interventi realizzati. Tanto che si era altresì valutata anche la chiusura del torrente, com’è avvenuto l’anno scorso, e deviare a Porto Salvo. Più di un tavolo tecnico in Prefettura e più volte prospettata questa soluzione, anche se mai adottata; e, sino a ieri mattina il sindaco Enzo Romeo era in “forse”, se emettere l’ordinanza.
A cambiare proiezione, il colpo di scena che ha scagionato il depuratore: dal sopralluogo congiunto, tra Comune di Vibo, Arpacal e Dipartimento ambiente della Regione, presso il Silica «non sono emerse anomalie nel funzionamento dell'impianto» rende noto il sindaco, aggiungendo che, in merito allo sversamento di martedì «le cause vanno evidentemente ricercate altrove, e su questo fronte l’Amministrazione è in prima linea, in stretta collaborazione con le forze dell'ordine, attraverso il comando di Polizia locale» perché nell’immediatezza dello sversamento «alcuni tecnici comunali ed il comandante della Polizia locale hanno risalito il torrente per un lungo tratto, senza però rilevare situazioni da attenzionare». Tuttavia, Romeo ha ottenuto ulteriore collaborazione del Corap e in caso di “troppo pieno”, anche superiore ai limiti stabiliti dalla convenzione del 9 agosto, tratterà i reflui nell’impianto di Porto Salvo.
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