Quando il diritto allo studio esiste solo sulla carta e la scuola diventa un fantasma che aleggia sulla testa degli studenti e delle rispettive famiglie per oltre un cinquantennio, nel silenzio dei più. È uno status quo che fa paura quello che contraddistingue la scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) di Vena Superiore: una sede vera e propria non c’è. Gli studenti, al momento 63, cui si aggiungono i 125 della scuola primaria, vengono ospitati nella sede della “Don Milani”, che ospita Infanzia e Primaria, e la disperata richiesta della dirigente scolastica, Mimma Cacciatore, fino ad oggi è sistematicamente caduta nel vuoto. «Ho chiesto aiuto ripetutamente alle amministrazioni che si sono susseguite, prima quella di Elio Costa, successivamente l’esecutivo di Maria Limardo, affinché ci fornissero locali adeguati, magari fittandoli, ma anche aule prefabbricate, adoperandosi nel contempo per la costruzione di un edificio adeguato ai nostri tempi. A tutt’oggi, però - ribadisce la ds - nulla di tutto ciò ci è stato concesso».
L’auspicio del capo d’istituto è che sia l’amministrazione appena entrata in carica a modificare il corso delle cose. «Ho già avuto modo, subito dopo il suo insediamento di incontrare la nuova amministrazione. Ho avuto subito una sensazione molto positiva, dal dialogo con il sindaco e con l’assessora alla Pubblica Istruzione, Vania Continanza. Mi sono sembrati entrambi molto aperti e disponibili. Spero che sia questo esecutivo a segnare la svolta per i ragazzi di Vena Superiore e per le rispettive famiglie, che si sono viste sistematicamente tradite e per troppo tempo. Pensi - incalza Mimma Cacciatore - che sono cadute nel vuoto anche due petizioni dei cittadini venesi. Peraltro, è un bacino d’utenza in progressiva espansione, visto che le scuole medie di Vena inferiore e Vena media sono state chiuse, nei dintorni ci sono le case popolari, un centro d’accoglienza ed un’area urbana in crescita».
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