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Crotone, il “crac” milionario della Soakro: inflitte quattordici condanne I NOMI

ll processo sul fallimento della società che fino al 2016 ha gestito il servizio idrico. Ex amministratori e responsabili giudicati colpevoli di bancarotta

«Hanno provocato il crac della Soakro». Lo ha sancito ieri il Tribunale di Crotone che ha inflitto 14 condanne, e deciso un'assoluzione, nei confronti di ex rappresentanti legali, ex amministratori ed ex componenti degli organismi di controllo della partecipata riconosciuti tutti responsabili di bancarotta fraudolenta per il crac Soakro.
La società pubblica fino al fallimento avvenuto il 18 gennaio 2016 per oltre 49 milioni di euro di debiti si occupava del servizio idrico integrato nel Crotonese. Il collegio presieduto da Edoardo D'Ambrosio (a latere i giudici Chiara Daminelli e Giuseppe Collazzo) ha comminato pene di poco inferiori rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero, Alessandro Rho, lo scorso 19 giugno. Il pm nella sua requisitoria aveva parlato da un lato di «amministratori infedeli» e dall'altro di «omissioni» del consiglio di sorveglianza al punto da definirli come «attori passivi del disastro» dell'azienda controllata da Provincia e Comuni. Soakro era stata costituita nel 2008 per gestire le reti idriche dei 27 comuni del Crotonese. Ma la società, secondo gli inquirenti, nacque «sotto capitalizzata con appena 170 mila euro». «Soakro – aveva spiegato il pm in aula – non ha mai saputo chi erano i suoi clienti» mostrandosi «incapace di riscuotere i propri crediti che erano inesistenti» poiché «venivano stimati e cancellati» al punto da diventare debiti. Su tutti, per la Procura, figurano i bilanci del 2010, 2011 e 2012 nei quali vennero riportati «crediti milionari per fatture da emettere» che non sarebbero stati «crediti non riscossi», bensì «crediti per fatture future» e quindi impossibili da esigere. Non a caso i giudici, nel dispositivo della sentenza, hanno accertato l'esistenza di bilanci falsificati. In sostanza, il processo avrebbe fatto emergere una serie di inefficienze gestionali che sarebbero da ricondurre «non a comportamenti negligenti» ma alle «omissioni» dei manager dell'epoca.

La sentenza: Domenico Capozza, ex presidente Soakro è stato condannato a 5 anni e 10 mesi; l'ex amministratore Umberto Marrami, 4 anni e 4 mesi. Condannati anche gli ex componenti del consiglio di gestione: Francesco Benincasa, che è anche l'attuale sindaco di Strongoli a 2 anni; Felice Benincasa, 3 anni; Rita Procopi, 3 anni; e Silvia Modesto, 2 anni. Poi, 6 anni di reclusione sono toccati all'ex presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Carné; 3 anni ciascuno agli ex componenti del consiglio di sorveglianza, Raffaele Villirillo, Antonio Strancia, Giuseppe Serravalle e Marianna Caligiuri. A seguire: per l'ex direttore generale Francesco Sulla condannato a 4 anni e 5 mesi, e l’ex direttore amministrativo Michele Liguori a 6 anni; infine all’ex direttore tecnico Ettore Scutifero, 1 anno e 4 mesi (pena sospesa). Assolto Luigi Paciello. Inoltre, i 14 imputati dovranno pagare le provvisionali alle parti civili: 398.825,59 euro alla curatela fallimentare Soakro, rappresentata dall'avv. Vincenzo Marano, e 3 mila euro ad un ex dipendente, assistito dall’avv. Fabrizio Pontieri. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Mario Nigro, Roberto Coscia, Leo Sulla, Francesco Verri, Francesco Laratta, Giuseppe Barbuto, Salvatore Iannotta e Romolo Villirillo.

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