Si aprono inattese positive prospettive per il Sant’Anna Hospital. Bisognerà aspettare fino al 10 ottobre, quando in Tribunale è fissata la terza asta per il fitto del ramo d’azienda, per capire quanto possano essere concrete, ma ci sarebbe già il soggetto (una società?) che ha presentato una proposta seria che possa garantire una ripartenza. O meglio, un nuovo inizio per la struttura che per quasi sessant’anni ha operato nel quartiere Pontepiccolo ed è a lungo stata un fiore all’occhiello nel settore della Cardiochirurgia. È quanto emerso dal confronto fra il curatore fallimentare della clinica in liquidazione, Francesco Manduca, e i rappresentanti della Cgil Iolanda Jannelli (rsu) e Marcello Mussari (presidente dell’assemblea dell’Area Vasta di Fp-Cgil), cioè dell’unico sindacato che ha risposto all’invito veicolato da Confindustria, ancora una volta la sede che ha ospitato l’incontro (per l’associazione degli industriali c’era Stefano Corea).
Se il 10 ottobre il Tribunale procederà all’aggiudicazione del fitto del ramo d’azienda al soggetto che ha effettivamente presentato la proposta, cinque giorni dopo (il 15 di questo mese) potrà essere stipulato un nuovo contratto d’affitto. Con le dovute differenze, soprattutto perché in questo caso manca l’accreditamento regionale, è un percorso per certi versi simile con quello intrapreso dalla Karol strutture sanitarie per rilevare il ramo d’azienda di Fondazione Betania (che comunque aveva una situazione migliore rispetto al Sant’Anna).
Nel caso in cui andasse in porto l’operazione cosa succederà ai 97 dipendenti attualmente nell’organico della clinica? Come previsto, resteranno in cassa integrazione fino al 31 dicembre, ma i loro contratti perderanno immediatamente efficacia. Insomma, si ripartirà da zero per quanto riguarda le situazioni contrattuali. A quel punto il nuovo gestore concorderà con le sigle sindacali, il numero e le figure professionali da riassumere: verranno stabiliti in base al numero dei posti letto che potranno essere gestiti in un primo momento.
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